Solidarietà italiana alle vittime e condanna dell’attacco, Meloni e Santa Sede chiedono cessate il fuoco e tutela dei civili nei luoghi di culto a Gaza.
Roma, 18 luglio 2025 – Un grave raid israeliano ha colpito ieri mattina la Chiesa cattolica della Sacra Famiglia nella Striscia di Gaza, provocando la morte di tre persone e il ferimento di altre nove, tra cui il parroco argentino Padre Gabriel Romanelli. L’attacco ha suscitato una vasta ondata di indignazione a livello internazionale e coinvolto direttamente il Governo italiano, che ha espresso solidarietà alle vittime e condanna per l’accaduto.
Reazioni italiane e internazionali all’attacco
L’episodio ha scosso profondamente l’opinione pubblica e le istituzioni italiane. Il Premier Giorgia Meloni ha definito “inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile che Israele sta dimostrando da mesi”, sottolineando che “nessuna azione militare può giustificare un tale atteggiamento”. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenuto a margine dell’evento “Bridging Destinations” a Roma, ha precisato che “un luogo di culto non è certo un posto dove si possono nascondere i terroristi di Hamas”, aggiungendo che “i terroristi non si nascondono nelle chiese cristiane perché fondamentalisti islamici”, in riferimento ai luoghi di culto islamici. Tajani ha anche riferito che, pur condannando l’attacco, “non possiamo chiudere i rapporti con Israele”.
La Santa Sede ha espresso il proprio dolore attraverso il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme, che ha chiesto un immediato cessate il fuoco. Il Papa Leone XIV ha rinnovato l’appello per la pace e il dialogo, pur senza menzionare direttamente la responsabilità israeliana, scelta che ha sollevato critiche sui social media.
Dal canto suo, il governo israeliano ha definito l’attacco “un errore di tiro”, come dichiarato dal Primo Ministro Benyamin Netanyahu da Tel Aviv, mentre l’IDF ha annunciato l’apertura di un’indagine sulle circostanze del raid.
La situazione nella Chiesa della Sacra Famiglia e il ruolo di Padre Romanelli
La Chiesa della Sacra Famiglia rappresenta l’unico luogo di culto cattolico della Striscia di Gaza e da tempo funge da rifugio per sfollati. L’attacco ha colpito anche il parroco Padre Romanelli, che ha riportato una ferita lieve a una gamba. La sua figura è centrale per la comunità: missionario argentino, è stato in costante contatto con Papa Francesco, che lo chiamava quasi quotidianamente sin dall’inizio della guerra per avere aggiornamenti sulla parrocchia e per esprimere vicinanza e sostegno.
In un’intervista recente, Padre Romanelli ha descritto la situazione a Gaza come “dantesca”, con continui bombardamenti e una crescente emergenza umanitaria. La parrocchia, che prima della guerra contava circa 135 cattolici su una popolazione di 2,3 milioni, è diventata un punto di riferimento per circa 500 persone, tra cui anche fedeli musulmani con disabilità. Grazie anche all’intervento del Patriarcato Latino di Gerusalemme, la Chiesa è riuscita a far entrare aiuti umanitari, seppur con difficoltà crescenti dopo la fine del cessate il fuoco.
Il raid di ieri ha causato la morte di tre civili, tra cui il portiere e due donne, e ha ulteriormente aggravato il clima di tensione nella regione, amplificando la richiesta internazionale di un immediato cessate il fuoco e di protezione per i luoghi di culto e le popolazioni civili coinvolte nel conflitto.
Fonte: Davide Di Carlo - Raid contro Parrocchia Gaza, Tajani: "Per Netanyahu è stato errore? Me lo auguro"





