Roma, 3 luglio 2025 – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiarito oggi, in audizione congiunta alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, gli esiti del recente vertice NATO svoltosi a L’Aja. A fianco del ministro della Difesa, Guido Crosetto, Tajani ha ribadito che non si tratta di una svolta bellicistica, ma di un investimento più ampio e strategico sulla sicurezza nazionale e internazionale.
Tajani parla degli “investimenti in sicurezza”
Tajani ha sottolineato che “investire in sicurezza è un concetto molto più ampio che acquistare bombe o carri armati”. L’impegno italiano si traduce in un rafforzamento delle missioni di pace, con i militari italiani impegnati in prima linea in teatri come Libano, Kosovo, Palestina e Golfo. Sul piano internazionale, l’Italia si conferma primo contributore europeo nelle missioni dell’Unione Europea, secondo in ambito Nato dopo gli Stati Uniti e primo tra i Paesi occidentali nelle Nazioni Unite.
Tajani ha poi sottolineato che investire in sicurezza significa anche potenziare infrastrutture chiave – da quelle cibernetiche a quelle portuali, aeroportuali, ferroviarie e autostradali – e migliorare la capacità di risposta alle emergenze sanitarie e calamità naturali. È inoltre centrale il rafforzamento delle misure di contrasto al terrorismo e ai traffici illeciti.
Difesa europea e ruolo della NATO
Nel contesto della NATO, Tajani ha evidenziato che l’alleanza rimane il fondamento della sicurezza comune ma ha sottolineato la necessità che l’Europa assuma maggiori responsabilità. A 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e 35 dalla Guerra Fredda, ha affermato, “non possiamo più limitarci a essere protetti dagli Stati Uniti”. L’Europa deve compiere un salto di qualità verso una difesa europea integrata, un progetto che rappresenta un sogno politico condiviso da figure come De Gasperi e Berlusconi.
Il vertice di L’Aja ha sancito un impegno più ambizioso in materia di spesa militare, con un nuovo obiettivo fissato al 5% del PIL, un passo definito da Tajani “coraggioso e necessario” per garantire la libertà e la sicurezza dei cittadini europei.
Infine, il ministro ha rimarcato l’importanza dell’unità transatlantica per affrontare le crisi globali, specialmente quelle in Medio Oriente, Libia e Sahel, dove le tensioni sono ancora vive e interconnesse. In questo quadro, l’atlantismo e l’europeismo restano i cardini della politica estera del governo italiano.
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