Roma, 19 settembre 2025 – Nel corso di una conferenza stampa a Roma, il Ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, ha risposto alle domande sulla decisione del Primo Ministro ungherese Viktor Orbán di classificare gli ‘AntiFa’ come organizzazione terroristica, sottolineando di non condividere tale definizione rispetto a figure italiane come Ilaria Salis.
Tajani sulla definizione di terrorista e la posizione di Orban
Interpellato dagli operatori dell’informazione, Tajani ha affermato: “Non devo fare commenti sulle scelte di altri Stati. Non credo che la Salis sia una terrorista. Ha idee molto diverse dalle mie, c’è un processo che la riguarda, ma non mi risulta che sia una terrorista“. La dichiarazione appare come una netta presa di distanza rispetto alla linea adottata da Orbán, noto leader sovranista e primo ministro ungherese, che recentemente ha compiuto una quarta vittoria elettorale consecutiva con la coalizione Fidesz-Kdnp.
La decisione di Orbán di etichettare come terroristica l’organizzazione ‘AntiFa’ si inserisce in un contesto politico caratterizzato da una forte polarizzazione e da un orientamento conservatore e nazionalista che ha suscitato critiche internazionali per l’arretramento delle libertà democratiche in Ungheria. Tajani, pur evitando di giudicare le scelte di Budapest, ha voluto evidenziare la distinzione tra posizioni politiche divergenti e atti di terrorismo.
Sul conflitto a Gaza e il ruolo del Parlamento italiano
Durante l’evento, Tajani ha inoltre commentato la situazione di Gaza, definendola una “carneficina, una violazione del diritto internazionale“, ma ha negato che si possa parlare di genocidio. “Genocidio è quando si decide scientemente di eliminare un intero popolo“, ha precisato il ministro. Ha aggiunto che l’impegno del governo italiano è rivolto a salvare vite umane, e ha invitato a concentrarsi sulle sostanze e non solo sulle parole.
Infine, riguardo alle comunicazioni parlamentari sul tema Gaza, Tajani ha ricordato che è il Parlamento a decidere le modalità e i tempi di tali dibattiti: “Io sono sempre andato in Parlamento, anche ieri ho dato tutte le risposte in Senato. Quando mi invitano io vado ma è il Parlamento che decide che tipo di dibattito fare“.
Queste dichiarazioni arrivano in un momento di grande tensione internazionale, con l’Italia che cerca di mantenere un ruolo di equilibrio tra le diverse posizioni europee e mondiali, mentre il contesto geopolitico si caratterizza per difficili sfide, come sottolineato anche dal recente commento di Marco Zacchera sulla situazione in Ucraina e Gaza.






