Roma, 10 ottobre 2025 – In un’intervista rilasciata a Mattino Cinque, il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, ha affrontato diversi temi di attualità politica e internazionale, esprimendo opinioni nette sul possibile conferimento del Premio Nobel per la Pace a Donald Trump e sulle strategie italiane riguardo alla crisi in Medio Oriente.
Tajani sul Nobel per la Pace a Donald Trump: “Non è scandaloso, i risultati ci sono”
Interpellato sulla possibilità che il presidente statunitense Donald Trump possa ricevere il Nobel per la Pace, Tajani ha dichiarato che non trova scandaloso che ciò possa accadere. “Io credo che abbiano già deciso prima a chi darlo. Oggi lo sapremo. Ma i risultati ci sono“, ha detto il ministro, sottolineando come, indipendentemente dalle simpatie personali o dalle divergenze politiche, sia un fatto oggettivo che Trump abbia lavorato ottenendo risultati positivi. La sua affermazione giunge nell’ambito di un dibattito ampio sulla figura di Trump, rieletto presidente nel gennaio 2025 dopo un primo mandato dal 2017 al 2021, e noto per posizioni politiche spesso controverse e populiste.
Anche la Russia accoglierebbe con favore la decisione di assegnare il Premio Nobel per la Pace al presidente americano Donald Trump: ha affermato il consigliere del Cremlino Yury Ushakov.
Politica estera italiana e impegno a Gaza: missione militare e ricostruzione
Tajani ha anche riferito che: “Lunedì c’è la grande cerimonia di firma ufficiale dell’accordo e credo che sarà invitata anche il nostro presidente del consiglio, così mi ha detto ieri il ministro degli esteri egiziano“.
Sul fronte internazionale, Tajani ha affrontato la questione della presenza militare italiana a Gaza. “Qui si tratta di missioni di pace, non credo ci siano problemi anche in considerazione dei rapporti forti che abbiamo con gli Stati Uniti“, ha affermato, evidenziando che la maggioranza parlamentare – inclusa la Lega – sarà probabilmente compatta nel sostenere l’invio di militari italiani. Tajani ha inoltre confermato la volontà italiana di essere protagonista nella ricostruzione di Gaza, auspicando anche una missione militare per garantire l’unità e la riunificazione della Palestina. “Abbiamo già i nostri carabinieri là e parteciperemo anche alla governance del cambiamento. L’Italia giocherà la sua parte, a cominciare dagli aiuti che continueremo a mandare, aiutando bambini e studenti“, ha concluso.






