Catania, 18 ottobre 2025 – La vicenda giudiziaria che coinvolge l’ex senatore Marcello Dell’Utri, figura storica della politica italiana e collaboratore di Silvio Berlusconi, si arricchisce di nuovi sviluppi. Dell’Utri è attualmente indagato a Caltanissetta per concorso nella strage di via D’Amelio, attentato mafioso in cui il 19 luglio 1992 persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta.
L’inchiesta sulla strage di via D’Amelio
Il fascicolo è stato aperto il 19 luglio 2022, esattamente a trent’anni dall’attentato, su impulso del procuratore Salvatore De Luca e dell’aggiunto Pasquale Pacifico, con l’avallo del giudice per le indagini preliminari Santi Bologna. La notizia, inizialmente riportata da “Il Fatto Quotidiano”, ha ricevuto conferme da fonti giudiziarie.
L’indagine si concentra su un’intervista rilasciata da Borsellino nel maggio 1992 a una televisione francese, in cui il magistrato parlava dei rapporti tra il mafioso Vittorio Mangano e Dell’Utri. Si ipotizzava che questa intervista potesse rappresentare un movente per l’accelerazione della strage, avvenuta 57 giorni dopo la strage di Capaci. Tuttavia, dopo un’approfondita analisi, le indagini non hanno trovato riscontri sufficienti.
Dal mese di agosto 2024, i termini per la prosecuzione dell’inchiesta sono scaduti e la Procura si sta indirizzando verso una richiesta di archiviazione per mancanza di prove concrete.
Il passato giudiziario di Dell’Utri e il contesto storico
Marcello Dell’Utri, già condannato a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, è stato riconosciuto come un mediatore tra Cosa Nostra e Silvio Berlusconi. Dell’Utri è stato condannato definitivamente dalla Corte di Cassazione nel 2014, sentenza che ha sancito il suo ruolo nel rafforzamento dell’organizzazione criminale tramite la mediazione tra imprenditori e mafia.
Dell’Utri e Berlusconi erano stati indagati dalla Procura di Caltanissetta come possibili “mandanti occulti” delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, ma la posizione di Berlusconi è stata archiviata dopo la sua morte nel giugno 2023. Marcello Dell’Utri, invece, continua a essere oggetto di indagini per fatti molto gravi legati alla mafia e alla politica italiana.
La strage di via D’Amelio rappresenta uno degli episodi più tragici della lotta alla mafia in Italia, con la morte di Paolo Borsellino, magistrato simbolo della lotta contro Cosa Nostra, e della sua scorta composta da cinque agenti, tra cui la prima donna poliziotto caduta in servizio, Emanuela Loi.
L’attentato fu l’epilogo di una lunga serie di tentativi di eliminare Borsellino, la cui attività giudiziaria contrastava duramente la criminalità organizzata, e si inserisce in un contesto storico segnato da un’escalation di violenza mafiosa culminata nelle stragi degli anni ’90.






