Bologna, 2 agosto 2025 – Nel 45° anniversario della strage di Bologna, che il 2 agosto 1980 causò 85 vittime e oltre 200 feriti, si rinnova il ricordo doloroso di uno degli eventi più tragici del secondo dopoguerra italiano. La commemorazione di quest’anno ha visto interventi istituzionali, tra cui quello del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha definito quell’attentato come “una delle pagine più buie della storia italiana”, ma senza mai menzionare la nota matrice neofascista dell’attentato.
Il ricordo istituzionale e la polemica politica
Nel suo discorso, Meloni ha condannato con fermezza “la ferocia del terrorismo” e ha espresso vicinanza ai familiari delle vittime, sottolineando l’impegno del governo nel collaborare con le associazioni dei familiari per la ricerca della verità. Ha inoltre ribadito la volontà di rendere disponibili gli atti declassificati relativi alla strage presso l’Archivio centrale dello Stato, in un clima di trasparenza.
Tuttavia, la scelta di non riconoscere esplicitamente la matrice neofascista della strage ha suscitato critiche da parte di Paolo Bolognesi, presidente uscente dell’Associazione tra i familiari delle vittime. Bolognesi ha ricordato che “tutti gli esecutori appartenevano all’MSI e ad altre formazioni neofasciste” e ha ammonito: “Condannare la strage senza riconoscerne e condannarne la matrice fascista è come condannare il frutto di una pianta velenosa, continuando ad annaffiarne le radici”.
La strage di Bologna: un attentato neofascista di portata storica
L’attentato esplosivo del 2 agosto 1980 alla stazione centrale di Bologna rappresenta il più grave attacco terroristico in Italia negli anni di piombo. La bomba, contenente 23 kg di esplosivo militare, esplose nella sala d’attesa di seconda classe alle 10:25, causando il crollo dell’ala ovest e la morte di 85 persone. Le indagini, durate decenni e caratterizzate da numerosi depistaggi, conclusero con la condanna all’ergastolo di esponenti neofascisti come Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini, confermata anche dalle sentenze più recenti della Cassazione nel 2025.
Accanto agli esecutori, furono individuati mandanti e depistatori legati alla loggia massonica P2 e ai servizi segreti deviati, come Licio Gelli e Francesco Pazienza, condannati per il loro ruolo nel depistaggio. Nel 2022 e 2024, ulteriori sentenze hanno rafforzato la responsabilità di Paolo Bellini, ex Avanguardia Nazionale, condannato all’ergastolo per concorso nella strage.
Giustizia e memoria: il lavoro delle associazioni e delle istituzioni
L’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Bologna, nata nel 1981, è da sempre impegnata nel mantenere vivo il ricordo e nel chiedere giustizia. La collaborazione con le magistrature e la disponibilità degli archivi declassificati rappresentano passi fondamentali per la verità storica.
Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante la cerimonia ufficiale, ha definito la strage come “una spietata strategia eversiva neofascista” volta a colpire i valori costituzionali e la convivenza civile, ribadendo la necessità di non dimenticare per difendere la democrazia.
L’anniversario del 2025 si inserisce così in un contesto di memoria attiva e di tensioni politiche, che riflettono le sfide nel riconoscere pienamente la natura ideologica di uno degli atti più sanguinosi della storia repubblicana.






