Roma, 28 agosto 2025 – Il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha comunicato che il Consiglio dei ministri (Cdm) ha ufficializzato una serie di nomine diplomatiche di rilievo, tra cui quella di Stefano Beltrame come nuovo ambasciatore d’Italia a Mosca.
Tajani è intervenuto anche in merito alla possibilità di un coinvolgimento italiano nello sminamento dell’Ucraina, sottolineando che si tratta di un’operazione di natura esclusivamente umanitaria, distinta da un impegno militare sul terreno.
Nomine diplomatiche di rilievo nel Cdm
Nel corso del Cdm, il governo ha deciso di rinnovare alcune figure chiave della diplomazia italiana. Oltre a Beltrame, è stato nominato il nuovo rappresentante permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, l’attuale ambasciatore in Turchia, Marrapodi. Contestualmente, l’attuale ambasciatore a Mosca, il ministro plenipotenziario Cecilia Piccioni, assumerà il ruolo di direttore politico, in linea con la riforma in atto della Farnesina. Inoltre, è previsto un rafforzamento della struttura interna con l’introduzione di un segretario generale aggiunto.
Il profilo del nuovo ambasciatore a Mosca Stefano Beltrame
Stefano Beltrame, nominato nuovo ambasciatore a Mosca, vanta una carriera diplomatica consolidata. È stato precedentemente ambasciatore a Vienna e attualmente ricopre il ruolo di consigliere diplomatico del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. La sua esperienza, maturata in importanti sedi diplomatiche, sarà cruciale in un contesto geopolitico come quello russo, dove l’Italia mantiene un ruolo strategico.
Antonio Tajani, che dal 22 ottobre 2022 guida il ministero degli Esteri nel governo Meloni, ha sottolineato l’importanza di queste nomine nel quadro più ampio della riforma della Farnesina, finalizzata a rafforzare la presenza politica ed economica italiana nel mondo. Tajani ha inoltre annunciato che il ministero assumerà una struttura “bicapite”, con una doppia testa politica ed economica, per meglio supportare la strategia di crescita dell’export italiano fino a 700 miliardi di euro entro il 2027.
Tajani: “Lo sminamento è un’azione umanitaria, no a truppe italiane in Ucraina”
Intervenuto oggi, Tajani ha spiegato che l’Italia dispone sia di imprese private sia di forze militari capaci di operare in attività di sminamento, ma ha ribadito che ogni eventuale impegno italiano sarà subordinato a una richiesta formale e chiaramente definita come intervento umanitario. “Non si tratta di una presenza militare sul terreno, come molti pensano, ma di un’opera che può essere svolta anche da militari in funzione civile. Ci sono molte società civili, comprese quelle marittime, in grado di eseguire questo lavoro“, ha affermato il ministro degli Esteri.
Tajani ha inoltre sottolineato che “prima bisogna far finire la guerra”, evidenziando come l’Italia stia facendo “di tutto perché la guerra finisca“, pur ammettendo che “i tempi non sono così brevi“.
Antonio Tajani ha chiarito che non è stata assunta alcuna decisione ufficiale da parte del governo italiano riguardo allo sminamento del territorio e del mare ucraino. “Io ho sempre detto che l’Italia poteva dare disponibilità, ma sono sempre discorsi teorici. Non è stata presa nessuna decisione formale”, ha sottolineato il Ministro.
Tajani, sicurezza dell’Ucraina e il modello dell’Articolo 5 della NATO
Il tema centrale del dibattito odierno è la garanzia della sicurezza dell’Ucraina. Tajani ha evidenziato che “è aperto un dibattito su come garantire la sicurezza di Kiev, che mi pare l’unico punto assodato”. Tra le varie proposte, la Francia ha ipotizzato un invio di truppe per proteggere l’Ucraina, mentre l’Italia insiste su un altro modello: la garanzia di sicurezza fondata sull’Articolo 5 della NATO, che prevede la mutua assistenza tra gli alleati in caso di aggressione.
“Tale modello è quello che proponiamo come sistema di sicurezza per Kiev, che coinvolge Stati Uniti e Paesi amici dell’Ucraina”, ha spiegato Tajani. La posizione italiana si mantiene quindi su una strategia di mutua difesa e assistenza internazionale piuttosto che su un impegno diretto di forze sul terreno.
Inasprimento delle sanzioni Ue contro i coloni violenti
Antonio Tajani ha ribadito la necessità di un inasprimento delle sanzioni europee nei confronti dei coloni violenti in Cisgiordania. Il ministro ha sottolineato come le aggressioni dei coloni contro i villaggi palestinesi rappresentino un serio ostacolo alla costruzione di un futuro Stato palestinese. “Vanno inasprite le sanzioni nei confronti dei coloni che aggrediscono villaggi in Cisgiordania, perché questo mina le fondamenta di un nuovo Stato palestinese“, ha dichiarato Tajani.
Ha inoltre precisato che, pur essendo già in vigore delle sanzioni, è necessario incrementarne l’intensità e il numero dei destinatari. La questione sarà discussa nel prossimo consiglio informale di Copenaghen, dove si valuteranno gli eventuali provvedimenti da adottare a livello europeo.
Il ministro ha inoltre escluso, per il momento, un possibile inasprimento delle sanzioni rivolte ai membri del governo israeliano, rimandando ogni decisione al prossimo Consiglio europeo.






