Alleanza Verdi e Sinistra ha lanciato una petizione per non permettere l’aumento delle spese militari in Italia: i dettagli
Una mobilitazione contro l’aumento delle spese militari e l’invio di armi in Ucraina si sta consolidando in Italia con l’attivazione di una petizione online promossa da Sinistra Italiana e sostenuta da numerose associazioni pacifiste. Il governo guidato da Giorgia Meloni è chiamato a rispondere a una crescente pressione pubblica che critica la decisione di allineare la spesa per la difesa al 5% del PIL entro un decennio, come richiesto dalla NATO.
La petizione di Sinistra Italiana contro l’aumento delle spese militari
“Il governo italiano è sul punto di obbedire alle richieste della NATO e portare le spese militari al 5% del PIL in 10 anni“, denuncia su Facebook Sinistra Italiana, che definisce questa scelta “una minaccia per il futuro del Paese e un costo immenso per i giovani italiani e italiane”. Secondo il partito di opposizione, la manovra di bilancio 2025 porterà la spesa per gli armamenti a 32 miliardi di euro, di cui 13 miliardi destinati all’acquisto di nuove armi, con un incremento che potrebbe arrivare addirittura a 100 miliardi annui. Questa crescita è favorita anche dalla volontà europea di cancellare le regole di bilancio per la spesa militare.
Nel testo dell’appello, Sinistra Italiana sottolinea come il governo Meloni abbia “detto no al salario minimo, definanziato scuola e ricerca e portato la sanità al collasso”, ma continui a trovare risorse per investire in “carri armati e missili”. La petizione, disponibile su https://mettilafirma.it/stopspesemilitari/, invita i cittadini a chiedere una riduzione della spesa militare per destinare fondi alle “vere necessità degli italiani e delle italiane”, come scuola, sanità e lavoro.
Coordinamento pacifista e opposizione all’invio di armi in Ucraina
Parallelamente alla petizione, si è svolta un’assemblea online di coordinamento della campagna contro l’invio di armi in Ucraina, che ha coinvolto associazioni e movimenti pacifisti. L’incontro ha affrontato la necessità di mantenere attiva la protesta nonostante la recente conversione in legge del decreto governativo per l’invio di armi. In alcune città, come Bari, proseguono i banchetti per la raccolta firme, trasformando la petizione parlamentare in un appello rivolto all’opinione pubblica e ai media per fermare il riarmo.
I partecipanti hanno sottolineato la necessità di rilanciare l’opposizione non solo contro l’invio di armi, ma anche contro i nuovi programmi di riarmo e l’aumento della spesa militare, alla luce della crescente pressione mediatica e politica internazionale, compresi gli appelli di figure come Donald Trump. È stato previsto il potenziamento delle strategie comunicative, la produzione di nuovo materiale informativo, il coinvolgimento di intellettuali e artisti e la creazione di gruppi locali per diffondere il messaggio pacifista.
PeaceLink ha confermato il suo ruolo di piattaforma di coordinamento e informazione, mentre Multipopolare e Ottolina TV offriranno supporto nella diffusione delle attività pacifiste. Il prossimo incontro del coordinamento è fissato per il 19 febbraio 2025, con l’obiettivo di intensificare la mobilitazione contro l’escalation bellica e i piani di riarmo.






