Roma, 15 novembre 2025 – La proposta di emendamento in Manovra, avanzata da Fratelli d’Italia (FdI), che impone ai lavoratori di comunicare con sette giorni di anticipo e in forma scritta e irrevocabile l’adesione a uno sciopero, ha suscitato una netta reazione da parte delle principali organizzazioni sindacali del settore trasporti, Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti. Le sigle sindacali hanno definito la misura “inaccettabile” e hanno chiesto il ritiro immediato dell’emendamento, annunciando la possibilità di mettere in campo ogni iniziativa necessaria a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti.

Gli scioperi e le ragioni della protesta sindacale
Secondo Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, la legge 146/90, insieme alle numerose norme di settore, garantisce già il rispetto del diritto alla mobilità attraverso la tutela dei cosiddetti servizi minimi durante gli scioperi. L’obbligo di comunicare anticipatamente l’adesione allo sciopero appare quindi “inutile quanto pericoloso”, poiché rischia di snaturare il diritto costituzionale allo sciopero, creando liste di scioperanti e aprendo la strada a possibili pressioni e discriminazioni. Le organizzazioni sottolineano inoltre che i problemi della mobilità non si risolvono limitando il diritto di sciopero, ma attraverso investimenti nelle infrastrutture, nella forza lavoro e nel miglioramento delle condizioni contrattuali.
Criticità e contesto sindacale attuale
I sindacati richiamano anche l’attenzione sulle criticità che alimentano il conflitto: il mancato rispetto dei contratti collettivi, ritardi nei pagamenti delle retribuzioni, inefficienze aziendali e l’aumento delle aggressioni verso gli operatori della mobilità. Questi fattori contribuiscono a un contesto di tensione che rende ulteriormente inaccettabile una compressione del diritto di sciopero già fortemente limitato.
Parallelamente, nelle ultime settimane, altre categorie lavorative hanno espresso il proprio malcontento attraverso scioperi e manifestazioni, come i metalmeccanici che il 7 novembre hanno incrociato le braccia in tutta Italia chiedendo un rinnovo contrattuale dignitoso e maggiori tutele salariali, con una partecipazione superiore al 50% in Veneto.
Le organizzazioni sindacali ribadiscono che la mobilità di qualità si costruisce attraverso il dialogo e il rispetto dei diritti dei lavoratori, non con misure che rischiano di indebolire le tutele costituzionali.






