Milano, 23 dicembre 2025 – Nel corso di quest’anno Giuseppe Sala, sindaco di Milano e assessore ad interim alla Sicurezza, ha espresso una valutazione critica sull’attuale sistema penale e sanzionatorio cittadino, evidenziando la necessità di un approccio più articolato e comprensivo al tema della sicurezza, soprattutto alla luce del crescente disagio giovanile. Le sue considerazioni si inseriscono nel dibattito acceso dalle recenti cronache che hanno visto protagonisti giovanissimi coinvolti in episodi di violenza e microcriminalità, come il sequestro e la rapina di un quindicenne nel centro di Milano da parte di coetanei.

Sicurezza in città: l’opinione di Sala tra repressione e disagio giovanile
«In questo anno da assessore ad interim alla Sicurezza mi sono fatto l’idea che a Milano si registra una scarsa efficacia del sistema penale e sanzionatorio, soprattutto per i reati predatori e di strada», ha affermato il sindaco Sala commentando i fatti di cronaca recente. Secondo Sala, il sistema carcerario è inadeguato, con strutture spesso sovraffollate e una gestione delle pene che non consente né un efficace recupero né un reinserimento sociale: «Si parla di recupero e reinserimento ma non ci sono misure alternative, non ci sono da nessuna parte. C’è una denuncia a piede libero e i reati si reiterano. Servono soluzioni, cioè provare a reinserire o a detenere. Così come è oggi non va bene».
Il sindaco ha inoltre sottolineato come spesso i protagonisti di tali episodi non siano milanesi di origine, citando come esempi recenti il caso dello studente della Bocconi accoltellato e l’aggressione in corso Buenos Aires. «Milano subisce queste cose», ha detto, evidenziando la complessità del fenomeno. Sala ha poi ribadito che la sicurezza non può essere soltanto repressione: «Non immaginiamo che la sicurezza sia solo repressione perché bisogna lavorare su questo disagio che si manifesta in modo significativo. Quindi bene ai controlli nelle strade ma serve anche altro».
Questa visione trova ulteriore conferma nell’analisi del prefetto uscente di Milano, Renato Saccone, che ha messo in evidenza come il vero nodo da affrontare sia il disagio giovanile e il consumo di sostanze stupefacenti, fattori che alimentano comportamenti violenti e insicurezza percepita. Saccone ha ricordato come Milano registri dati di denunce molto alti, ma ha invitato a una lettura più equilibrata: «La percezione può essere indotta o addirittura ingannevole», ha spiegato, sottolineando che i dati reali mostrano un drastico calo di reati come i furti in abitazione e i furti d’auto, mentre le rapine in strada, spesso compiute da gruppi di giovani, rappresentano una criticità emergente.
L’esperto ha inoltre evidenziato che il disagio giovanile non è riconducibile a una semplice trasgressione adolescenziale, ma a una difficoltà profonda nel riconoscere e legittimare emozioni disturbanti quali paura, tristezza e rabbia, che nei giovani trovano spesso espressione in forme di violenza e aggressività, anche con l’uso di coltelli nelle strade.
Potenziamento delle forze dell’ordine e azioni integrate
Di fronte a questa situazione, il Comune di Milano ha posto l’accento sull’importanza di un potenziamento dei controlli sul territorio, specialmente nelle ore serali e notturne. Nel 2025 la Polizia locale di Milano ha incrementato il proprio organico, arrivando a contare circa 3.200 agenti, con 410 nuove assunzioni solo nell’ultimo anno. La riorganizzazione dei turni, sviluppata anche grazie al contributo dell’ex capo della Polizia Franco Gabrielli, ha consentito di aumentare la presenza di pattuglie nelle zone sensibili della città, con una media giornaliera di 230 unità in servizio.
Tuttavia, come evidenziato dallo stesso sindaco Sala, il tema della sicurezza non può essere affrontato solo con più agenti e controlli: «Quello che vedo, e me lo conferma ogni giorno il comandante dei vigili, è che di fronte a una serie di reati non gravi non c’è poi detenzione. Non c’è perché si considerano meno gravi, non c’è perché non c’è spazio nelle carceri, e normalmente i reati vengono reiterati. Quindi questo è un tema profondo da affrontare». In pratica, la mancanza di una risposta efficace tra giustizia e pena alimenta la ripetizione di comportamenti criminali.
Parallelamente alle misure di controllo, viene sottolineata la necessità di interventi di carattere sociale e culturale, rivolti soprattutto ai giovani. Il presidente della commissione Sicurezza di Palazzo Marino, Michele Albiani, ha affermato che la sicurezza riguarda anche il coinvolgimento della città e non solo l’efficacia delle forze dell’ordine: «Serve investire risorse sulla formazione dei ragazzi e sull’aggregazione, e serve che la città ritrovi un forte senso di comunità». Questo approccio punta a contrastare le diseguaglianze e a prevenire comportamenti devianti attraverso la coesione sociale, anziché limitarsi a interventi repressivi.
La strategia integrata trova riscontro anche nei programmi del Comune dedicati all’infanzia e alla famiglia, come il LABZEROSEI e gli SPAZI ZEROSEI, che offrono laboratori e attività educative per bambini fino a 6 anni, sostenendo la crescita e la socializzazione in un ambiente protetto, contribuendo così a contrastare alla radice i fenomeni di disagio.
Il contesto politico e le sfide future
Il tema della sicurezza è al centro del dibattito politico cittadino, soprattutto in vista delle elezioni comunali del 2027. Sala ha rimarcato come nel centrosinistra vi siano già candidati che si stanno facendo avanti, mentre nel centrodestra ancora nessuno si è palesato concretamente. In questo scenario, la gestione della sicurezza si conferma un aspetto cruciale per la coalizione di governo cittadina.
Il sindaco ha anche annunciato che, a breve, potrebbe esserci un mini rimpasto di giunta per nominare un nuovo assessore dedicato alla sicurezza, un segnale dell’attenzione che la questione richiede. Nel frattempo, la collaborazione con il governo centrale, in particolare con il Ministero dell’Interno, resta essenziale per ottenere risorse e personale aggiuntivo, ma Sala ha lamentato che Milano non è nel cuore delle priorità del governo, evidenziando tagli rilevanti sulla mobilità e risorse limitate per la polizia locale.
In conclusione, la posizione del sindaco e delle istituzioni milanesi è chiara: la sicurezza a Milano è una questione complessa che non si risolve solo con la repressione, ma richiede un approccio multidimensionale che comprende il contrasto al disagio giovanile, il potenziamento delle forze dell’ordine, la prevenzione sociale e una più efficace integrazione tra sistema giudiziario e penitenziario. Solo così si potrà rispondere alle aspettative di una città che, pur con i suoi problemi, rimane uno dei principali poli economici e culturali d’Europa.






