Milano, 22 agosto 2025 – La recente vicenda dello sgombero del Leoncavallo, storico centro sociale autogestito milanese, ha suscitato un acceso dibattito politico e culturale nel capoluogo lombardo. Il sindaco Giuseppe Sala ha espresso pubblicamente la sua sorpresa e irritazione per la mancanza di un tempestivo coinvolgimento dell’amministrazione comunale nell’operazione, evidenziando la necessità di tutelare il valore storico e sociale di questa realtà.
Leoncavallo, sorpresa dello sgombero e la telefonata del prefetto
La mattina del 21 agosto, il sindaco Sala ha ricevuto una telefonata dal prefetto Claudio Sgaraglia con la notizia dell’imminente sgombero del centro sociale situato in via Watteau. Un intervento che ha preso di sorpresa Palazzo Marino, nonostante la partecipazione del Comune al tavolo per l’ordine pubblico in Prefettura soltanto il giorno precedente. In quell’incontro, infatti, non vi fu alcun riferimento a un provvedimento esecutivo riguardante il Leoncavallo.
“Per un’operazione di tale delicatezza – ha dichiarato Sala – ci sarebbero state molte modalità per coinvolgere l’amministrazione, ma nessuna è stata seguita“. Il primo cittadino ha espresso disappunto per questa mancanza di comunicazione, sottolineando come la gestione di una realtà con un valore storico-culturale così rilevante richieda un confronto approfondito.
Non è escluso che l’accelerazione sull’intervento sia stata influenzata da pressioni politiche, con alcune fonti che indicano il centrodestra come artefice della decisione, irritato dalla programmazione di eventi da parte di Avanguardia Operaia in via Watteau prevista per settembre. Tuttavia, Sala ha ribadito che il Leoncavallo deve continuare a essere un punto di riferimento culturale, “ma nel rispetto della legalità“.
Un centro sociale con radici profonde e un futuro incerto
Fondato nel 1975, il Leoncavallo è uno dei centri sociali autogestiti più emblematici d’Italia, un simbolo di impegno sociale e culturale che si è evoluto nel corso dei decenni. Originariamente ubicato in via Casoretto, ha attraversato varie sedi fino a stabilirsi negli ultimi anni in via Watteau. La sua storia è segnata da momenti di forte partecipazione sociale, iniziative culturali, produzioni musicali e impegno politico, oltre che da episodi di resistenza, come il celebre tentativo di sgombero del 1989 che ha segnato la nascita del movimento dei centri sociali in Italia.
Negli ultimi mesi, il Comune di Milano ha avviato un dialogo con le rappresentanze del Leoncavallo, in particolare con le Mamme antifasciste, per individuare una nuova sede comunale che possa accogliere il centro sociale. L’edificio individuato si trova in via San Dionigi, nella periferia sud-est della città, ma necessita di importanti lavori di riqualificazione, con una stima dei costi tra i tre e i quattro milioni di euro, dovuti anche alla bonifica dei terreni dall’amianto. Questa situazione economica complessa ha spinto l’associazione a lanciare una raccolta fondi per finanziare gli interventi necessari.
Il recente sgombero ha però accelerato i tempi, lasciando al momento il Leoncavallo senza una casa. Gli attivisti hanno già organizzato una manifestazione nazionale per il 6 settembre, per chiedere più attenzione verso questa esperienza storica.
La posizione del Comune e i prossimi passi
Nonostante il clima di tensione, l’amministrazione comunale guidata da Sala conferma la volontà di preservare il valore sociale e culturale del Leoncavallo. Il sindaco ha sottolineato che “il centro sociale rappresenta un patrimonio di Milano, un luogo pacifico di impegno e di produzione culturale che deve continuare ad esistere, purché agisca nel rispetto delle regole“.
Il Comune intende portare in giunta già la prossima settimana una delibera per avviare la manifestazione di interesse relativa all’immobile di via San Dionigi. Successivamente sarà pubblicato un bando per la concessione d’uso dello spazio, aperto a tutte le realtà sociali che risponderanno ai requisiti indicati. Anche il Leoncavallo potrà partecipare, qualora le sue proposte siano conformi alla delibera.
Questo passaggio, rinviato a causa di una crisi interna che ha portato alle dimissioni dell’ex assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi, era previsto già prima della pausa estiva. Ora la responsabilità è passata alla vicesindaca Anna Scavuzzo, che guiderà l’iter della delibera.






