Roma, 2 novembre 2025 – Fratelli d’Italia ha depositato al Senato una proposta di legge che mira a semplificare la procedura di sfratto per gli inquilini morosi da almeno due mesi consecutivi, con l’obiettivo di liberare più rapidamente le abitazioni affittate. L’iniziativa, presentata dal senatore Paolo Marcheschi, punta a modificare l’attuale iter giudiziario attraverso una procedura amministrativa speciale.
Nuova procedura amministrativa per lo sfratto
La proposta, articolata in cinque articoli, introduce una procedura amministrativa speciale che permette l’intervento diretto dell’ufficiale giudiziario in alternativa al procedimento civile previsto dal codice di procedura civile. Viene istituita un’Autorità per l’esecuzione degli sfratti, un organismo ad hoc con sede presso il Ministero della Giustizia, incaricato di valutare le istanze e ordinare il rilascio degli immobili.
Secondo il testo, dopo il mancato pagamento di due mensilità consecutive e la segnalazione del proprietario, l’inquilino ha 15 giorni per saldare i debiti. In caso di mancato pagamento, il proprietario può attivare l’Autorità, che emette il titolo esecutivo di rilascio entro 7 giorni dalla ricezione della richiesta. Lo sfratto deve essere eseguito entro 30 giorni, prorogabili fino a un massimo di 90 giorni. L’inquilino può presentare ricorso entro 7 giorni dalla notifica, ma solo in casi specifici.
Tutele per casi di difficoltà economica e sanzioni per abusi
La proposta prevede deroghe temporanee per inquilini in comprovata difficoltà economica, con l’istituzione di un Fondo nazionale per l’emergenza abitativa. Il sostegno è rivolto a chi ha un ISEE inferiore a 12.000 euro e si trova in situazioni quali licenziamento per crisi aziendale, malattia grave o separazione legale. Inoltre, in presenza di minori, anziani non autosufficienti o disabili, l’Autorità deve informare i servizi sociali, che possono richiedere un rinvio dello sfratto fino a 90 giorni e favorire soluzioni abitative alternative in collaborazione con il terzo settore o il Comune.
Il testo disciplina anche misure contro eventuali abusi: se il proprietario dichiara il falso sulla morosità o avvia la procedura per scopi speculativi, è prevista una sanzione da 5.000 a 20.000 euro e l’esclusione temporanea da benefici fiscali o agevolazioni pubbliche legate alla casa.

Questa proposta arriva in un contesto di forte tensione tra proprietari e inquilini morosi, aggravata dal protrarsi del blocco degli sfratti, come testimoniano le numerose lettere di protesta arrivate da diverse regioni italiane, che descrivono storie di morosità, occupazioni abusive e difficoltà a recuperare gli immobili. Paolo Marcheschi, senatore di Fratelli d’Italia e promotore della legge, sottolinea l’urgenza di una normativa che tuteli i diritti dei proprietari, pur garantendo forme di sostegno per chi si trova in reale difficoltà economica.
Unione Inquilini: “No agli sfratti veloci, pronti alla mobilitazione”
L’Unione Inquilini denuncia “un nuovo attacco ai diritti delle persone in precarietà abitativa”, accusando il governo Meloni di voler introdurre misure che accelerano le procedure di sfratto e aggravano una crisi sociale già profonda.
Secondo la segretaria nazionale Silvia Paoluzzi, il testo presentato da Fratelli d’Italia in Senato rappresenta “un ulteriore passo nella direzione sbagliata”, dopo l’approvazione del Ddl Sicurezza. “In Italia oltre 1.049.000 famiglie vivono in povertà assoluta e in affitto, la metà di tutte le famiglie povere del Paese”, ricorda Paoluzzi, sottolineando come la nuova Legge di Bilancio non contenga “nessuna misura di welfare abitativo né il tanto annunciato, e mai attuato, Piano Casa”.
“Il governo sceglie la via della repressione”
Per l’associazione, invece di investire in politiche di sostegno e in edilizia pubblica, il governo sceglie “la via della repressione”, velocizzando gli sfratti senza fornire ai Comuni le risorse necessarie per garantire il passaggio da casa a casa, come previsto dalle convenzioni internazionali sui diritti umani. “Gli sfratti vengono eseguiti con la forza pubblica – spiega Paoluzzi – ma la realtà mostra famiglie con minori, anziani, disabili e lavoratori poveri lasciati senza alternative. I Comuni, privati di fondi e strumenti, assistono impotenti all’espulsione dei propri cittadini più fragili”.
Citato anche il Relatore Onu per il diritto all’alloggio adeguato, secondo cui “sfrattare senza offrire un’alternativa è un atto criminale”. Per questo, l’Unione Inquilini accusa il governo Meloni di ignorare la questione abitativa e di agire “in contrasto con i principi fondamentali della Costituzione e dei diritti umani”.
Il sindacato chiede il ritiro delle misure che accelerano gli sfratti e l’apertura di un tavolo nazionale sull’emergenza abitativa, con il ripristino dei fondi per il sostegno all’affitto e per la morosità incolpevole. “Serve un vero Piano Casa pubblico e strutturale – conclude Paoluzzi – perché la povertà non si combatte con la polizia. Il diritto alla casa non è un crimine, ma un diritto umano fondamentale”.
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