Il primo appello del semestre filtro per l’accesso a Medicina ha evidenziato risultati che il Partito Democratico definisce un “fallimento clamoroso”. Le percentuali di idonei in Fisica sono precipitate fino al 9-12%, con dati allarmanti e omogenei da Nord a Sud, mentre gli atenei sono stati costretti a pubblicare autonomamente le cifre, in assenza di comunicazioni ufficiali da parte del Ministero.
Il fallimento del semestre filtro a medicina secondo il Partito Democratico
A denunciare la situazione sono stati Alfredo D’Attorre, Marina Sereni e Irene Manzi, responsabili nazionali per Università, sanità e scuola del Pd, insieme a parlamentari delle commissioni istruzione di Camera e Senato, tra cui Berruto, Iacono, Orfini, D’Elia, Crisanti, Rando, Verducci, Malavasi e Simiani. Secondo i dem, migliaia di studenti si trovano in una situazione di incertezza totale, senza informazioni ufficiali e con il secondo appello imminente. I giovani candidati non sanno se accettare un voto che potrebbe escluderli o tentare di migliorarlo senza alcuna garanzia.
“È una condizione inaccettabile per chi sta decidendo il proprio futuro universitario e professionale”, sottolineano i rappresentanti Pd.
Richieste di trasparenza e revisione urgente
Il Pd chiede soluzioni che tutelino anche coloro che hanno superato la prima prova e che consentano di scegliere il voto migliore tra i due appelli, considerando una selezione che si sta rivelando “distorta e squilibrata”. Pur riconoscendo che non è mai auspicabile cambiare le regole a giochi avviati, la gestione confusa ha causato un evidente danno.
Con il rischio concreto di avere meno idonei dei posti disponibili a Medicina, i dem invitano la Ministra Bernini a interrompere il silenzio e a pubblicare immediatamente i risultati completi dopo il secondo appello del 10 dicembre. Inoltre, chiedono una revisione complessiva delle modalità di accesso per il prossimo anno accademico, affinché garantiscano “una formazione adeguata e una selezione equa”.
Alfredo D’Attorre, docente universitario e parlamentare, insieme a Irene Manzi, responsabile università del Pd, guidano questa battaglia parlamentare per richiedere trasparenza e interventi urgenti, sottolineando come la posta in gioco sia il futuro degli studenti e la programmazione sanitaria nazionale.






