Roma, 3 ottobre 2025 – L’ambasciatore israeliano a Roma, Jonathan Peled, è intervenuto nel programma L’Aria che Tira su La7 affrontando diversi temi legati al conflitto in Medio Oriente e alle reazioni internazionali. Rispondendo a una domanda sulle proteste organizzate in Italia, il diplomatico ha sottolineato come, a suo avviso, molti manifestanti non abbiano una reale consapevolezza delle ragioni per cui scendono in piazza. “Si tratta di una mobilitazione anti-establishment e anti-governativa che non ha nulla a che fare con Gaza o con i palestinesi”, ha osservato Peled, denunciando la presenza di disinformazione, radicalismo e gruppi anarchici. “Chi urla ‘Palestina libera’ spesso non conosce nemmeno il significato di ciò che invoca”, ha aggiunto.
La questione Flotilla
Un altro tema affrontato dall’ambasciatore riguarda la Flotilla recentemente intercettata. Peled ha dichiarato che a bordo delle imbarcazioni non sarebbe stato rinvenuto alcun aiuto alimentare, sostenendo che l’iniziativa fosse da considerare una vera e propria provocazione politica. Ha inoltre accusato i parlamentari italiani di sinistra che hanno partecipato alla missione di aver ignorato gli appelli alla prudenza arrivati dal presidente Sergio Mattarella, dal governo e anche dalla Chiesa cattolica, che aveva suggerito di dirigersi verso Cipro. Secondo Peled, dietro l’operazione ci sarebbe stato un sostegno diretto di Hamas.
Peled: “Si protesta anche in Israele, ma mai a favore di Hamas”
Il diplomatico ha anche richiamato l’attenzione sulla situazione interna al suo Paese, ricordando che manifestazioni di dissenso sono presenti anche in Israele. Queste, però, non metterebbero in discussione la necessità di combattere Hamas e di ottenere la liberazione degli ostaggi. “C’è una parte della società che non condivide alcune politiche del governo – ha spiegato – ma allo stesso tempo la nazione resta compatta nel chiedere la rimozione di Hamas e nel sostenere il piano Trump”. Per Peled, è fondamentale distinguere tra il governo israeliano e l’identità nazionale del popolo di Israele, che secondo lui resta unita nelle questioni fondamentali legate alla sicurezza e al futuro del Paese.






