La Giunta comunale di Milano ha dato il via libera alla delibera per la vendita dello stadio di San Siro e delle aree circostanti a favore delle società calcistiche Inter e Milan. Un passaggio fondamentale che segna un nuovo capitolo per uno degli impianti sportivi più iconici d’Italia, noto anche come Stadio Giuseppe Meazza.
Il via libera della Giunta e i prossimi passaggi sulla vendita di San Siro
La delibera approvata dalla Giunta comunale, guidata dal sindaco Beppe Sala e dalla vicesindaca con delega all’Urbanistica, Anna Scavuzzo, sarà ora sottoposta all’esame delle commissioni consiliari a partire da venerdì. Dopodiché, il documento arriverà in aula per la discussione e il voto entro la prossima settimana.
“È stato un lavoro importante e ci tengo a ringraziare tutta la giunta e il Consiglio comunale, che ci ha dato il perimetro in questi anni per costruire una proposta”, ha dichiarato la vicesindaca Scavuzzo. Il sindaco Sala ha confermato che “con i club siamo arrivati a un accordo” e ha precisato che il nuovo impianto deve essere pronto entro il 2031, in vista degli Europei di calcio del 2032, per i quali l’Uefa ha già fatto sapere che non considererà Milano se si manterrà il vecchio stadio.
Dettagli economici e politica urbanistica
L’operazione prevede che il prezzo di vendita delle aree e dello stadio rimanga fissato a 197 milioni di euro, come stabilito dall’Agenzia delle Entrate, ma con una compartecipazione del Comune ai costi di rifunzionalizzazione e bonifica per un importo di 36 milioni. L’obiettivo è ridurre l’esborso diretto di Palazzo Marino, che contribuirà con 22 milioni rispetto ai 36 inizialmente previsti.
Non mancano le discussioni politiche interne, con alcuni consiglieri comunali di maggioranza che hanno espresso dubbi e contrarietà all’operazione, in particolare riguardo all’impatto ambientale e al valore economico dell’operazione. Tuttavia, il sindaco Sala ha rassicurato che sosterrà l’approvazione della delibera e ha escluso dimissioni nel caso di un eventuale bocciatura, definendo la questione come “un’occasione di business” per le proprietà coinvolte.






