Nel corso dell’incontro “Noi, il Mediterraneo” tenutosi oggi a Palermo, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha espresso una posizione chiara e critica riguardo al prossimo decreto sulle armi che sarà discusso in Italia. Salvini ha sottolineato la necessità che il decreto non sia una semplice riproposizione di quelli degli anni precedenti, ma che tenga conto del particolare “momento storico diverso” che il Paese e l’Europa stanno vivendo.
Salvini sul decreto armi: focus su difesa e non su offesa
“Sul decreto armi che arriverà in discussione prossimamente in Italia, abbiamo chiesto che non sia la fotocopia di quello degli anni passati perché c’è un momento storico diverso”, ha dichiarato Salvini in videocollegamento. Il ministro ha rimarcato l’importanza di concentrarsi sugli strumenti di difesa piuttosto che su quelli di attacco, richiamando un approccio più prudente e responsabile alla gestione delle forniture militari.
Prudenza e dialogo internazionale
Salvini ha inoltre commentato le tensioni legate alla crisi ucraina, sottolineando come da Bruxelles siano arrivati segnali con toni “belligeranti”, parlando di “sangue, armi, ulteriori sanzioni e sequestro di beni”. Ha invitato a mantenere prudenza, cautela e responsabilità, evidenziando lo sforzo di chi lavora da settimane per rimettere attorno a un tavolo le parti in conflitto, distinguendo nettamente tra “aggredito e aggressore”. Il ministro ha infine avvertito che, in un momento in cui si cerca di riallacciare il dialogo tra fronti lontani, “intervenire a gamba tesa non penso sia utile a nessuno”.
Queste dichiarazioni avvengono in un contesto europeo complesso, dove si stanno intensificando trattative internazionali per una possibile soluzione della crisi in Ucraina, con l’Europa che cerca di mediare tra le posizioni di Stati Uniti, Russia e Ucraina, mentre in Italia si prepara un decreto sugli aiuti militari atteso entro fine dicembre. Salvini, figura di rilievo del governo Meloni, ribadisce così una linea di cautela e di attenzione alle conseguenze interne ed esterne delle scelte italiane in materia di difesa e politica estera.






