La questione del contributo delle banche italiane alla manovra economica di governo continua a suscitare dibattiti tra le figure di spicco dell’esecutivo. Oggi, a margine del forum Med9 a Portorose, in Slovenia, il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, ha espresso la sua posizione sul tema, rispondendo alle dichiarazioni del collega vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.
Tajani: “No a un atteggiamento punitivo verso le banche”
Antonio Tajani ha sottolineato che il sistema bancario rappresenta una componente essenziale dell’economia nazionale. «Io credo che il sistema bancario debba dare un suo contributo – ha precisato – però fa parte del nostro sistema economico». Il ministro ha rimarcato come le banche di credito cooperativo e le banche popolari siano fondamentali per sostenere la crescita economica del Paese.
Ha poi criticato chi adotta un approccio populista nei confronti degli istituti bancari: «Odiare le banche è una scelta populista che non risolve alcun problema. Noi non si prendono voti andando a fare la guerra alle banche». Tajani ha infine ribadito la necessità di un equilibrio nelle richieste di contributo fiscale, sottolineando che «le banche devono dare il loro contributo come stanno facendo e come faranno attraverso questa manovra, ma senza atteggiamenti di ostilità e dichiarazioni di guerra».
Il ministro ha anche ricordato che nel governo non c’è un solo partito a decidere, ma tre, e che le decisioni sono frutto di condivisione e non imposizione: «Non è che uno decide per gli altri. Si possono fare proposte, poi se uno le condivide vanno avanti, altrimenti si fermano dove stanno».
Salvini: “Se le banche si lamentano, aumenta il loro contributo”
Dalla sua postazione a Milano, invece, Matteo Salvini ha assunto un tono più duro nei confronti degli istituti bancari. «Se si lamentano non sono cinque ma sono sei, sono sette i miliardi di contributo delle banche alla manovra», ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture intervenendo al XVI Forum nazionale dei giovani imprenditori di Confcommercio.
Salvini ha difeso la richiesta di un contributo da parte delle banche, ritenendo giusto che «dalle banche venga un piccolo contributo con i circa 50 miliardi di utile che registrano per aiutare i consumatori». Per il leader della Lega, dunque, le banche italiane non dovrebbero lamentarsi, ma piuttosto assumersi la loro quota di responsabilità nel sostenere l’economia nazionale.
Il dualismo tra le due posizioni evidenzia le diverse strategie all’interno della maggioranza e la complessità delle trattative sul contributo bancario nella manovra economica. Antonio Tajani e Matteo Salvini, entrambi vicepresidenti del Consiglio e ministri, rappresentano così due approcci differenti alla gestione del rapporto tra governo e sistema bancario italiano.





