Roma, 17 settembre 2025 – Il leader della Lega e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, è finito al centro delle polemiche dopo aver stretto la mano all’ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov, durante un ricevimento organizzato dall’ambasciata cinese a Roma. La notizia, riportata da alcuni quotidiani, ha generato un acceso dibattito politico che ha coinvolto esponenti di diverse forze parlamentari.
La posizione di Salvini
Intervenendo a Telelombardia, Salvini ha chiarito di essersi limitato a un gesto di cortesia, al pari di quanto fatto con decine di altri ambasciatori presenti all’evento. Ha ricordato che all’incontro erano stati invitati anche ministri e parlamentari di vari schieramenti, dal Partito Democratico a Fratelli d’Italia. “Se sei ospite a casa di qualcuno e vieni salutato, è naturale rispondere. È così che si costruiscono buone relazioni e si ricostruisce un dialogo”, ha spiegato, aggiungendo di preferire una stretta di mano a un clima di ostilità. Salvini ha poi ribadito di non voler alimentare conflitti: “Se invece si parla solo di guerra e si assumono militari per mandarli a morire al fronte, quello non è il mio obiettivo né credo lo sia di altri”.
Le critiche del Partito Democratico a Salvini
Dura la reazione del senatore del Partito Democratico Filippo Sensi, che su X ha definito la stretta di mano “una vergogna per l’Italia”. Ha chiesto al governo di prendere immediatamente le distanze dall’episodio e di ribadire la linea di condanna nei confronti del Cremlino, sottolineando come un simile atteggiamento rischi di compromettere la credibilità internazionale del Paese.
La posizione di Italia Viva
Anche Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva, ha espresso forte preoccupazione, parlando ad Agorà. Secondo Faraone, lo scontro politico tra Salvini e il ministro della Difesa Guido Crosetto sta creando un problema di immagine e affidabilità per l’Italia. Ha criticato la scelta di stringere la mano all’ambasciatore russo mentre i militari italiani collaborano con gli alleati Nato nella difesa dai droni di Mosca in Polonia. Ha inoltre denunciato l’assenza di investimenti adeguati per la difesa e la mancanza di una strategia europea comune, accusando il governo Meloni di aver sacrificato risorse e opportunità.
L’attacco di +Europa
Ancora più netta la presa di posizione del segretario di +Europa, Riccardo Magi, che ha parlato di “problema di sicurezza nazionale”. Secondo Magi, è inaccettabile che un vicepresidente del Consiglio di un Paese fondatore dell’Unione Europea e membro della Nato mostri vicinanza a un rappresentante della Russia, responsabile dell’invasione dell’Ucraina e delle violazioni dei diritti umani legate al conflitto. Per il leader di +Europa, la questione non riguarda solo i fronti internazionali, ma la coesione interna al governo italiano, accusato di tollerare posizioni che minano la credibilità e la sicurezza del Paese.






