Roma, 22 ottobre 2025 – Il Ponte sullo Stretto di Messina potrebbe entrare in una fase decisiva entro il prossimo novembre. Lo ha annunciato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, durante il Forum di Conftrasporto-Confcommercio, sottolineando che la Corte dei Conti dovrebbe esprimersi entro fine ottobre sulle procedure relative all’opera. Con il via libera, si procederà all’apertura dei primi cantieri sulle sponde di Sicilia e Calabria, dopo decenni di attese e dibattiti.
Cantieri del Ponte sullo Stretto attesi per novembre
Il progetto del Ponte sullo Stretto, un’opera strategica e ambiziosa che collegherà in modo stabile la Sicilia al continente, prevede la costruzione di un ponte sospeso in acciaio lungo complessivamente 3.666 metri, con una campata centrale di 3.300 metri, la più lunga mai realizzata al mondo. Le torri del ponte raggiungeranno un’altezza di 399 metri e l’infrastruttura ospiterà due carreggiate stradali e una sede ferroviaria, con sei corsie totali, compresa una corsia di emergenza per senso di marcia.
Il governo Meloni, con il decreto-legge n. 35/2023 e la successiva legge n. 58/2023, ha riavviato l’iter dell’opera dopo la sospensione imposta nel 2013 dal governo Monti. Il costo complessivo stimato è di circa 13,5 miliardi di euro, finanziati in parte dalla manovra economica del 2024.
Salvini ha evidenziato che il ridotto tempo di attraversamento sarà un vantaggio significativo per i viaggiatori: si passerà da quattro ore di coda a circa un’ora e mezza di tragitto in auto e due ore e mezza in treno. Sarà inoltre realizzato un sistema di trasporto metropolitano integrato con tre fermate sul lato messinese, pensato per pendolari, studenti e lavoratori.
Critiche e preoccupazioni da sindacati e opposizioni
Nonostante la soddisfazione della maggioranza, che definisce il progetto del Ponte sullo Stretto una “tappa fondamentale” per il Paese, arrivano forti critiche dalle opposizioni, dalle organizzazioni sindacali e da alcune associazioni ambientaliste. La Cgil, per bocca del segretario confederale Pino Gesmundo, ha chiesto il ritiro del progetto, evidenziando “rilievi sostanziali” da parte della Corte dei Conti relativi alla fretta con cui si sta procedendo e il rischio di sprechi ingenti di risorse pubbliche.
Il sindacato ha inoltre denunciato la necessità di concentrare risorse urgenti su infrastrutture già in corso di realizzazione in Calabria e Sicilia, dove mancano oltre 18 miliardi di euro per completare opere ferroviarie e stradali essenziali. Anche il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico hanno espresso preoccupazioni sul possibile impatto dell’opera sui territori e sulla gestione finanziaria.
Il dibattito resta acceso mentre si attende la pubblicazione della delibera in Gazzetta Ufficiale e la registrazione definitiva della Corte dei Conti, passaggi indispensabili per l’ingresso ufficiale del ponte nella fase esecutiva.




