Verona, 13 maggio – Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha evidenziato che il dazio imposto da Bruxelles e le problematiche legate al Green Deal stanno danneggiando il settore automobilistico. Propone l’azzeramento delle multe, sottolineando che la maggior parte degli italiani non sceglie auto elettriche a causa di difficoltà economiche. Chiede all’Europa di rivedere le politiche per salvaguardare un settore fondamentale
In un’intervista rilasciata durante l’Automotive Dealer Day a Verona, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha espresso forti critiche nei confronti delle politiche europee riguardanti le automobili. Ha sottolineato come il dazio imposto sulle auto sia una responsabilità di Bruxelles e non dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Salvini ha dichiarato che la Lega denuncia da anni i danni economici derivanti da queste scelte politiche, evidenziando in particolare gli effetti negativi del Green Deal europeo, che promuove una transizione verso veicoli completamente elettrici.
I costi della transizione verso veicoli elettrici
Il ministro ha messo in luce i costi elevati associati a questa transizione, un tema di rilevante attualità dato che molti cittadini italiani si trovano a dover affrontare spese insostenibili per l’acquisto di auto elettriche. Attualmente, solo il 4% degli italiani ha optato per un veicolo elettrico, un dato che Salvini interpreta come un chiaro segnale di una problematica economica non trascurabile. “Chi compra deve poter scegliere”, ha affermato, sottolineando l’importanza di garantire la libertà di scelta ai consumatori e di non penalizzare chi possiede veicoli Euro 4 e Euro 5.
Le critiche di Salvini alle zone a traffico limitato
Inoltre, il ministro ha criticato le misure come le zone a traffico limitato (ZTL), che puniscono automobilisti, artigiani e professionisti, considerandole decisioni illogiche. Secondo lui, l’idea di lasciare a casa milioni di auto ancora in circolazione non solo è irrazionale, ma potrebbe avere conseguenze devastanti su un intero settore economico.
La speranza di un cambiamento nell’Unione europea
Infine, Salvini ha espresso la speranza che l’Unione europea possa rivedere le proprie posizioni, specialmente in questo 2025, un anno cruciale che, secondo lui, potrebbe segnare un cambiamento significativo. La sua posizione si allinea con una crescente preoccupazione tra gli operatori del settore, che temono una perdita di posti di lavoro e un rallentamento della crescita economica se le politiche attuali non verranno modificate.






