Nel corso di un’intervista rilasciata al giornalista Nicola Porro durante la trasmissione “10 Minuti” su Retequattro, la ministra per la Famiglia, Natalità e Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ha risposto alle polemiche sollevate dalle sue recenti dichiarazioni sull’antisemitismo, affermando che oggi questo fenomeno si manifesta maggiormente nell’area politica di sinistra.
La ministra Roccella sull’antisemitismo
Durante il confronto televisivo, Roccella ha evidenziato come l’antisemitismo non sia solo un fenomeno strisciante, ma anche visibile nelle piazze, facendo riferimento a episodi recenti in cui è stato accolto con indifferenza o sostegno il richiamo agli ostaggi, da parte del sindaco di Reggio Emilia, e alla reazione della signora Albanese e della platea. La ministra ha sottolineato che, contrariamente a quanto si possa pensare, l’antisemitismo oggi appare più radicato nella sinistra che nella destra.
Roccella ha inoltre invitato a non confinare l’antisemitismo in un’epoca storica specifica, come il nazifascismo, o limitarlo a un’unica area politica. Ha ricordato che, nonostante l’importanza dei viaggi della memoria ad Auschwitz, che lei stessa considera fondamentali per ricordare l’Olocausto, è necessario accompagnare questa memoria con una consapevolezza attiva di quanto l’antisemitismo sia ancora presente, soprattutto in certe manifestazioni pubbliche a sinistra che spesso non vengono criticate.
Il confronto con il passato e l’esempio tedesco
Nel corso dell’intervista, la ministra ha anche affrontato il tema del confronto con il passato, osservando che l’Italia dovrebbe fare “meglio i conti con la propria storia” rispetto alla Germania. Ha ricordato che in Germania le bandiere palestinesi sono sempre state affiancate da quelle israeliane, a simboleggiare il riconoscimento di due popoli e due Stati, un equilibrio che in Italia spesso manca.
Roccella ha respinto ogni accusa di voler sminuire l’importanza dei viaggi della memoria, ribadendo il valore di questi momenti per capire un unicum storico come l’Olocausto, ma ha insistito sul fatto che la lotta contro l’antisemitismo non può limitarsi a un ricordo storico, bensì deve affrontare il problema nelle sue manifestazioni attuali, anche quando esse si manifestano in contesti politici e sociali considerati tradizionalmente progressisti.
Nel dibattito, la ministra ha inoltre puntualizzato che le sue parole, soprattutto riguardo alle cosiddette “gite” della memoria, erano poste con un punto interrogativo, espressione di una domanda critica e non di un giudizio categorico, suscitando comunque reazioni soprattutto nel Partito Democratico.






