Roma, 12 settembre 2025 – È stata prorogata per un altro anno la validità dei requisiti minimi per i centri anti-violenza e le case rifugio che accolgono e supportano le donne vittime di violenza. Lo ha annunciato la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, al termine della conferenza unificata tra Governo, Regioni ed enti locali, dove è stata approvata la proroga dell’intesa attualmente in vigore.
Roccella: “Proroga per evitare la chiusura”
La ministra Roccella ha spiegato che la nuova intesa, firmata alla fine della scorsa legislatura, prevedeva requisiti più stringenti che avrebbero potuto causare la chiusura di numerosi centri anti-violenza, lasciando scoperti interi territori. «Diverse Regioni e associazioni avevano espresso preoccupazioni per il rischio che molti centri potessero chiudere – ha detto Roccella – e per questo abbiamo differito l’entrata in vigore della nuova intesa, avviando un confronto con i territori e un tavolo tecnico per trovare una mediazione».
Non essendo stata raggiunta una condivisione unanime sul nuovo testo, e considerata la priorità di non lasciare sguarniti i servizi di tutela, si è deciso di mantenere in vigore gli attuali requisiti per almeno un altro anno. La ministra ha sottolineato che il governo Meloni considera «la lotta alla violenza contro le donne una priorità assoluta», dimostrata attraverso leggi, investimenti economici e iniziative di formazione e sensibilizzazione.
Il ruolo dei centri anti-violenza e delle case rifugio
I centri anti-violenza sono strutture essenziali per offrire accoglienza, supporto psicologico, assistenza legale e ospitalità alle donne vittime di violenza domestica, sessuale o economica. Gestiti principalmente da associazioni di donne e cooperative sociali, garantiscono anche servizi di emergenza nelle cosiddette case rifugio, luoghi sicuri dove le donne e i loro figli possono ricostruire una vita autonoma.
In Italia, la rete dei centri anti-violenza è attiva dal 1990 e oggi conta oltre 80 associazioni coordinate da D.i.Re (Donne in rete contro la violenza). Questi centri promuovono anche attività di prevenzione, formazione e sensibilizzazione sul tema della violenza di genere, collaborando con enti pubblici e forze dell’ordine per costruire una rete di protezione capillare sul territorio.
La proroga dei requisiti è dunque un intervento che mira a preservare la continuità di questi servizi vitali, evitando che nuove normative possano indebolire la rete di accoglienza e supporto alle donne vittime di violenza.






