Roma, 28 ottobre 2025 – Al Salone della Giustizia, il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha espresso un duro giudizio sulla riforma della giustizia voluta dall’attuale governo. Secondo Conte, la riforma non rappresenta un semplice cambiamento legislativo, ma un vero e proprio “disegno di Licio Gelli”, volto a minare un principio fondamentale dello Stato di diritto italiano: l’uguaglianza di fronte alla legge.
Conte: la riforma della giustizia è un disegno eversivo
Nel corso dell’intervento, Conte ha sottolineato che l’esecutivo attuale “dà fastidio a un cardine del nostro ordinamento giurisdizionale: la legge è uguale per tutti”. Il leader pentastellato ha citato il caso Almasri per evidenziare come, a suo avviso, il governo abbia violato la legge senza giustificazioni, ignorando obblighi internazionali e concedendo l’immunità a ministri indagati, equivalendo a un sistema di impunità per i potenti.
“Il disegno è che i potenti di turno non siano sotto l’azione della magistratura in spregio delle leggi”, ha affermato Conte, annunciando che il Movimento 5 Stelle non solo voterà contro la riforma, ma promuoverà una campagna per spiegare ai cittadini i pericoli di questa proposta, che ha definito esplicitamente come riconducibile al piano di Licio Gelli, il noto “Maestro venerabile” della loggia P2.
Il contesto storico: il “piano di rinascita democratica” di Licio Gelli
Licio Gelli, figura controversa e condannata per diversi reati, è stato al centro di uno scandalo storico legato alla loggia massonica segreta P2, accusata di tentativi di infiltrazione e destabilizzazione delle istituzioni italiane. Fra le sue proposte, il cosiddetto “Piano di rinascita democratica” prevedeva la separazione delle carriere giudicanti e requirenti, tema oggi al centro della riforma Nordio.
Tuttavia, come evidenziato recentemente da esperti e dalla Commissione Parlamentare, la riforma attuale si discosta radicalmente dal piano di Gelli, che auspicava un controllo politico diretto della magistratura, mentre la riforma in discussione punta a garantire l’autonomia e l’indipendenza del pubblico ministero, con la creazione di due Consigli Superiori della Magistratura distinti.
Nonostante ciò, la polemica politica si mantiene alta, con Conte e altri esponenti dell’opposizione che continuano a denunciare la riforma come un tentativo di “addomesticare” la magistratura a favore dei potenti, mentre la maggioranza ne celebra l’approvazione come un passo fondamentale verso un sistema giudiziario più efficiente e trasparente.




