New York, 23 settembre 2025 – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenuta a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, ha annunciato l’intenzione della maggioranza di presentare in Parlamento una mozione sul riconoscimento della Palestina. La proposta, tuttavia, sarà vincolata a due condizioni fondamentali: la liberazione degli ostaggi e l’esclusione di Hamas da qualsiasi ruolo politico a Gaza. Meloni ha inoltre espresso l’auspicio che anche le opposizioni possano sostenere l’iniziativa.
Le condizioni per il riconoscimento dello stato di Palestina
Nel dettaglio, la premier ha spiegato che un riconoscimento privo delle necessarie garanzie di sovranità rischierebbe di rimanere un atto puramente simbolico, senza benefici concreti per i palestinesi. Ha riconosciuto che la creazione di uno Stato palestinese potrebbe essere vista come uno strumento di pressione politica, ma ha chiarito che questa pressione deve essere rivolta innanzitutto contro Hamas, responsabile — a suo avviso — di aver innescato il conflitto e di prolungarlo con il rifiuto di rilasciare gli ostaggi.
Per questo motivo, ha ribadito che il riconoscimento della Palestina dovrà essere subordinato a due punti imprescindibili: la liberazione delle persone ancora prigioniere e l’esclusione di Hamas dalle istituzioni. “Non sono contraria al riconoscimento — ha dichiarato — ma serve stabilire le priorità giuste”. Secondo Meloni, una simile iniziativa non potrà mai trovare consenso presso Hamas o gli estremisti islamisti, ma dovrebbe ottenere il sostegno delle forze politiche moderate e delle “persone di buon senso”.
L’opinione di Meloni sulle dichiarazioni di Trump
Meloni ha anche commentato il discorso del presidente americano Donald Trump davanti all’assemblea Onu, riconoscendo di condividere molti dei punti affrontati, in particolare sull’immigrazione, sul Green Deal e sulla necessità di rendere più efficienti gli organismi multilaterali. Ha sottolineato come alcune delle sue osservazioni fossero in linea con il messaggio che lei stessa intende portare all’Onu, rimarcando la necessità di rivedere i meccanismi delle organizzazioni internazionali per renderle più incisive e capaci di affrontare le sfide globali.
Rispondendo a una domanda sul negazionismo climatico espresso da Trump, Meloni ha chiarito di non condividere quella posizione estrema, ma ha riconosciuto che un approccio ideologico al Green Deal ha spesso finito per minare la competitività economica. “Ci sono passaggi che ho assolutamente condiviso”, ha commentato, evidenziando la necessità di conciliare transizione ecologica e tutela dei sistemi produttivi.
La posizione sull’Ucraina
Infine, la premier ha affrontato anche il tema della guerra in Ucraina. Interpellata sull’atteggiamento dell’Europa, ha respinto l’idea che il continente mostri ambiguità nel suo sostegno a Kiev. Ha piuttosto insistito sulla necessità di rafforzare l’unità dell’Occidente: “Se vogliamo arrivare a una pace giusta e duratura — ha affermato — dobbiamo lavorare insieme, con l’Europa e con il contributo fondamentale degli Stati Uniti”.






