Giuseppe Conte si è scagliato di nuovo contro le politiche di riarmo, suggerendo di preoccuparsi maggiormente per le persone in difficoltà
Il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, torna nuovamente a criticare con fermezza le politiche del Governo e dell’Europa in materia sociale ed economica, denunciando un peggioramento della condizione dei cittadini più vulnerabili e un fallimento nelle misure di contrasto alla povertà, mentre si dà sempre più peso al riarmo.
Conte contro la politica economica e sociale del Governo
Nel suo intervento sui social, Conte sottolinea come il taglio del cuneo fiscale si sia tradotto in un aumento delle tasse per i lavoratori per 370 milioni di euro, definendo tale provvedimento “un boomerang”. Il leader pentastellato punta il dito anche contro il cosiddetto “blocco navale immaginario”, che, a suo dire, ha causato un aumento del 40% degli sbarchi a maggio, e contro il decreto sulle liste d’attesa, che avrebbe determinato un’impennata del numero di persone che rinunciano alle cure mediche.
Conte evidenzia inoltre il drammatico quadro della povertà in Italia, citando i dati recenti della Caritas, che registrano un record di 5,6 milioni di poveri assoluti. Secondo il presidente M5S, le politiche governative, in particolare i tagli al Reddito di cittadinanza, hanno lasciato “migliaia di cittadini e famiglie in difficoltà abbandonate al loro destino”.
Critiche sulle misure di inclusione e sul salario minimo
Nel 2024, spiega Conte, solo l’11,5% degli assistiti dalla rete Caritas ha percepito l’Assegno di inclusione, misura definita di “meloniana fattura”, mentre appena l’1,3% ha avuto accesso al Supporto formazione lavoro. “Un fallimento su tutta la linea”, afferma il leader pentastellato, che denuncia il crollo dei salari reali, l’aumento del costo della vita e il crescente numero di lavoratori poveri – il 23,5% degli assistiti dalla Caritas sono occupati ma non riescono a uscire dalla condizione di povertà.
Conte rimprovera inoltre il Governo di aver cancellato “l’unica misura universale di contrasto alla povertà che l’Italia abbia mai avuto per fare cassa” e di aver detto ripetutamente no al salario minimo. Al contrario della “folle corsa al riarmo”, dice Conte, sarebbe necessario investire maggiormente per aiutare chi è in difficoltà, chi non arriva alla terza settimana del mese e chi, pur lavorando, è povero. “Questo significa essere patrioti”, conclude.






