Il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Giusto non raggiungere il quorum, la Costituzione lo prevede”
Napoli, 04 giugno – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato che non parteciperà al referendum di domenica e lunedì prossimi (8 e 9 giugno, ndr). Sottolinea che si tratta di referendum abrogativi e ribadisce che il non voto è previsto dalla Costituzione per non raggiungere il quorum.
A margine della seconda Conferenza Unesco sui beni culturali in corso a Napoli, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato la sua decisione di non partecipare al voto in occasione dei referendum previsti per domenica e lunedì prossimi. Tajani ha spiegato che la sua scelta è motivata dalla convinzione che il quorum richiesto per l’approvazione delle modifiche proposte non debba essere raggiunto. È importante sottolineare che questa posizione non deve essere confusa con l’astensione tipica delle elezioni politiche, dove l’assenza di voto è spesso vista come una mancanza di coinvolgimento civico.
Astenersi dal voto: una scelta legittima
“Astenersi dal voto in questo contesto è un’opzione legittima”, ha dichiarato Tajani. “Non si tratta di un referendum costituzionale, ma di referendum abrogativi. Se qualcuno desidera mantenere le norme attuali, può legittimamente decidere di non recarsi alle urne”. La posizione del ministro non è quindi una critica alla democrazia, ma piuttosto una scelta strategica volta a preservare normative esistenti che, secondo lui, meritano di rimanere in vigore.
Distinzione tra referendum
A margine della seconda Conferenza Unesco sui beni culturali in corso a Napoli, Tajani ha ribadito che esiste una distinzione fondamentale tra le varie tipologie di referendum. “In caso di referendum abrogativi, la non partecipazione al voto può essere interpretata come una forma di difesa delle leggi attuali”, ha sottolineato. Questa affermazione mira a stimolare un dibattito sul significato e sull’importanza del voto, suggerendo che non sempre recarsi alle urne sia sinonimo di responsabilità civica.
Reazioni e riflessioni
In un contesto politico in cui l’affluenza al voto è spesso considerata un indicatore di salute democratica, le parole di Tajani potrebbero suscitare reazioni contrastanti. Alcuni potrebbero vederle come un invito alla passività, mentre altri potrebbero interpretarle come una legittimazione di scelte più ponderate e consapevoli. La sua posizione sembra riflettere la crescente complessità della partecipazione politica, in un’epoca in cui i cittadini sono sempre più chiamati a riflettere sul significato delle proprie scelte elettorali.






