Roma, 28 dicembre 2025 – È stata superata la soglia delle 51.770 firme raccolte a metà pomeriggio per il referendum costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati, un passo fondamentale nella fase iniziale del processo referendario. La raccolta delle firme è iniziata il 22 dicembre scorso, dopo il deposito del quesito in Cassazione da parte di un gruppo di 15 cittadini e la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Avanzamento della raccolta firme e tempistiche
Nonostante le festività natalizie, la piattaforma digitale gestita dal Ministero della Giustizia ha registrato un rapido incremento delle sottoscrizioni, con oltre 50 mila firme raccolte nei primi giorni, pari a circa il 10% del numero necessario per la validazione del referendum. La legge prevede un termine di 90 giorni per completare la raccolta, fissato al 30 gennaio 2026. Il raggiungimento dell’obiettivo consentirà ai promotori di accedere a un rimborso elettorale e di godere degli spazi televisivi previsti dalle norme sulla par condicio.
Aspetti giuridici e iter del referendum
Il referendum in questione rientra nella tipologia costituzionale, ossia una consultazione popolare diretta che mira a modificare aspetti fondamentali dell’ordinamento giudiziario, in particolare la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e magistratura giudicante. Secondo diversi giuristi, il governo non potrà accelerare la decisione sulla data della consultazione, dovendo attendere necessariamente il termine ultimo per la raccolta delle firme. Il referendum rappresenta uno strumento di democrazia diretta tutelato dalla Costituzione italiana, che consente ai cittadini di esprimersi su questioni di grande rilevanza politica e costituzionale senza intermediari.
La raccolta firme digitale, gestita dal Ministero della Giustizia, testimonia l’importanza attribuita all’innovazione tecnologica nell’organizzazione delle consultazioni popolari. La fase successiva vedrà anche il vaglio della Corte Costituzionale, che dovrà accertare l’ammissibilità del quesito prima della eventuale convocazione del voto referendario.






