Bologna, 30 maggio – La proposta mira a riconoscere i diritti di chi partecipa attivamente nel tessuto produttivo e sociale, distaccandosi dall’idea etnica di ius sanguinis
L’importanza del referendum sulla cittadinanza è stata al centro di un incontro tenutosi a Bologna, dove il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha chiarito come la proposta di ridurre i requisiti di residenza da dieci a cinque anni per gli stranieri regolari possa rappresentare un passo fondamentale verso una maggiore inclusione sociale. Magi ha rassicurato che questa modifica non andrà a compromettere i criteri attuali, che richiedono una regolare permanenza, il pagamento delle tasse e la conoscenza della lingua italiana.
Un referendum per l’inclusione
Il referendum, sostenuto da +Europa e da una serie di partiti e associazioni, ha come obiettivo quello di rendere più accessibile la cittadinanza a chi contribuisce attivamente alla società italiana. Magi ha risposto alle preoccupazioni espresse da Sonia Bonfiglioli, presidente di Confindustria Emilia Centro, riguardo all’impatto economico della proposta. Ha affermato che “l’impresa dovrebbe esprimere il proprio interesse per una maggiore inclusione dei cittadini già presenti nel tessuto sociale e produttivo”.
Un approccio liberale alla cittadinanza
Magi ha enfatizzato che coloro che pagano tasse e contributi, e che sono già parte del sistema educativo e lavorativo italiano, dovrebbero poter godere degli stessi diritti e doveri degli altri cittadini. Questo approccio riflette una concezione liberale della cittadinanza, in contrapposizione all’idea etnica dello ius sanguinis, che limita la cittadinanza alla sola discendenza. Ha invitato le imprese a considerare i vantaggi economici derivanti dall’inclusione di nuovi cittadini, sottolineando che una forza lavoro diversificata può stimolare la crescita e l’innovazione.






