Giuseppe Conte non molla sulla questione referendum e porta una nuova proposta: abbassare il quorum al 33%
Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, si è espresso con fermezza sulla necessità di riformare l’istituto del referendum in Italia, alla luce dei risultati delle consultazioni popolari che si sono svolte nei giorni scorsi. In un’intervista al Corriere della Sera, Conte ha sottolineato come la disaffezione al voto sia la “principale malattia della nostra democrazia” e ha proposto modifiche strutturali per rilanciare la partecipazione civica.
Quorum al 33% per i referendum abrogativi
Conte ha annunciato una proposta di legge che mira ad abbassare il quorum per la validità dei referendum abrogativi dal 50% al 33%. “Così anche chi è contrario sarà motivato ad andare a votare”, ha spiegato. L’attuale quorum non è stato raggiunto in alcuno dei cinque quesiti referendari sul lavoro e sulla cittadinanza che si sono svolti l’8 e il 9 giugno, con un’affluenza intorno al 29,9%. I quesiti, promossi rispettivamente dalla CGIL e da un gruppo di forze politiche e associazioni civili, non hanno quindi avuto esito valido, generando un dibattito politico acceso.
Verso un modello di referendum propositivo e un dialogo politico aperto
Oltre alla modifica del quorum, Conte ha annunciato l’intenzione di promuovere un modello di referendum propositivo, che consenta ai cittadini di contribuire direttamente all’introduzione di nuove leggi. “Chiameremo tutte le forze politiche al confronto su questo nuovo modello di democrazia partecipativa”, ha affermato, citando il successo della sperimentazione interna al M5S che ha portato a 22 mila contributi e a un incremento del 15% degli iscritti.
Nel commentare le reazioni del governo alla recente consultazione, Conte ha criticato la maggioranza guidata da Giorgia Meloni, definendone “imbarazzante” l’arroganza nel festeggiare il mancato raggiungimento del quorum. Ha inoltre respinto l’idea di una “spallata” contro l’esecutivo, ribadendo l’impegno del M5S per le tutele sul lavoro, il salario minimo e una più equa tassazione, anche in vista delle prossime elezioni politiche.
Sul piano delle alleanze, Conte ha confermato un dialogo già ben avviato con il Partito Democratico e Azione-Verdi-Sinistra, senza escludere un progetto comune basato su tematiche chiare come sanità, lavoro e riduzione della pressione fiscale sul ceto medio.
Questi sviluppi riflettono un momento di trasformazione per il Movimento 5 Stelle e il panorama politico italiano, con un’attenzione crescente alla partecipazione diretta dei cittadini e a un rinnovamento delle forme di democrazia rappresentativa.






