Roma, 01 maggio – Giuseppe Conte, leader del M5S, denuncia la grave precarietà lavorativa nel paese. Secondo lui, il 9% degli occupati vive in povertà e il 40% dei giovani guadagna meno di nove euro all’ora. Conte invita a votare “sì” ai referendum dell’8 e 9 giugno per ripristinare i diritti e le tutele dei lavoratori, criticando le leggi del Jobs Act
In occasione del primo maggio, Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio e attuale leader del Movimento 5 Stelle, ha lanciato un appello significativo attraverso i social network. Ha messo in evidenza le gravi problematiche che affliggono il mondo del lavoro nel nostro Paese, sottolineando la presenza di lavoratori senza tutele, la precarietà, il boom della cassa integrazione e il fatto che il 9% degli occupati vive in povertà. Queste affermazioni evidenziano una situazione allarmante che richiede attenzione immediata.
La Costituzione e i diritti dei lavoratori
Conte ha sottolineato come la realtà attuale non rispecchi i principi enunciati nella Costituzione italiana, la quale fonda la Repubblica sul lavoro. “Tre lavoratori al giorno escono di casa e non vi fanno ritorno”, ha affermato, evidenziando il tragico aspetto della sicurezza sul lavoro. In questo contesto, il Movimento 5 Stelle ha annunciato il proprio sostegno a quattro sì ai referendum previsti per l’8 e 9 giugno, un’importante opportunità per riconquistare diritti e tutele erosi da scelte politiche e normative discutibili, come il Jobs Act.
La precarietà e il futuro del lavoro
Questa iniziativa rappresenta un tentativo di rispondere a un’emergenza sociale che ha visto crescere la precarietà e il lavoro sottopagato, con il 40% dei giovani che guadagna meno di nove euro all’ora. Conte ha esortato i cittadini a mobilitarsi, sottolineando che ogni voto rappresenta una chance per ripristinare un equilibrio nel mercato del lavoro e garantire condizioni dignitose per i lavoratori.






