Roma, 30 settembre 2025 – Il dibattito sul ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo torna a infiammarsi a seguito della decisione della Rai di modificare la programmazione del film dedicato alla Proactiva Open Arms, l’organizzazione non governativa catalana impegnata nel soccorso in mare dei migranti nel Mediterraneo, dopo le proteste da parte della Lega. Originariamente previsto in prima serata in occasione della Giornata internazionale per le vittime dell’immigrazione, il documentario è stato spostato a tarda notte.
Rai, il dietrofront sul film dedicato a Open Arms dopo le pressioni della Lega
Il film Open Arms, diretto dal regista Marcel Barrena e uscito nel 2021, racconta la storia della ONG spagnola fondata nel 2015 da Òscar Camps, un’organizzazione che ha salvato oltre 70.000 persone da naufragi e situazioni di emergenza nel Mediterraneo centrale e altre aree di crisi, come la Striscia di Gaza. La decisione di RaiTre di spostare la messa in onda del documentario ha suscitato forti critiche da più parti.
Il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, Peppe De Cristofaro, ha denunciato quella che definisce una grave intromissione politica nelle scelte editoriali della Rai, evidenziando che la richiesta di spostamento sarebbe stata motivata dal fatto che Open Arms ha contribuito a portare a processo il leader della Lega, Matteo Salvini, per le sue politiche in materia di immigrazione durante il suo mandato come ministro dell’Interno. Secondo De Cristofaro, anche il documentario No Other Land, vincitore di un premio Oscar, è stato spostato da una prima serata prevista per il 7 ottobre a una data successiva a causa delle pressioni di Fratelli d’Italia.
La ONG stessa ha espresso un netto disappunto, parlando di una grave censura e di un fatto inaccettabile che le scelte di palinsesto vengano condizionate dalla necessità di compiacere leader politici coinvolti in vicende giudiziarie legate alle missioni di soccorso.
La posizione di Rai e le reazioni politiche
Rai ha respinto le accuse di censura, giustificando lo slittamento del documentario in seconda serata per la preferenza accordata alla trasmissione in prima serata del film “Io Capitano” di Matteo Garrone, anch’esso candidato all’Oscar. Il palinsesto previsto per la Giornata della memoria delle vittime dell’immigrazione prevede infatti la messa in onda del film di Garrone, seguito dal documentario Open Arms.
Il Partito Democratico ha reagito duramente, definendo la vicenda come un’ulteriore prova di come il servizio pubblico sia ormai sottomesso alle pressioni dei partiti di governo, in particolare della destra. Il Pd ha annunciato interrogazioni parlamentari per chiedere chiarimenti e tutelare l’indipendenza editoriale della Rai.
Open Arms, una storia di coraggio e impegno nel Mediterraneo
Fondata da Òscar Camps, premiato come Catalano dell’anno nel 2015 e insignito del Premio del Cittadino Europeo nel 2016, Proactiva Open Arms è nata dall’esperienza di una compagnia di salvataggio in acqua catalana, trasformandosi rapidamente in un punto di riferimento per il soccorso dei migranti in fuga da guerre, persecuzioni e povertà estrema. La missione di Open Arms è cruciale: dal 2015 ha salvato decine di migliaia di vite nel Mediterraneo centrale, una delle rotte migratorie più pericolose al mondo dove quasi 31.000 persone sono morte dal 2014 ad oggi.
La ONG ha operato anche in situazioni di emergenza come la guerra civile siriana e le crisi umanitarie di Gaza, creando corridoi umanitari con aiuti alimentari in collaborazione con organizzazioni come World Central Kitchen.
Nonostante le difficoltà e le minacce, tra cui episodi di intimidazione da parte della guardia costiera libica e procedimenti giudiziari infondati per associazione a delinquere, Open Arms continua a svolgere un ruolo fondamentale nel salvataggio e nella protezione dei diritti dei migranti.
Lega, Matteo Salvini e il contesto politico
Matteo Salvini, attuale vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel governo guidato da Giorgia Meloni dal 2022, è una figura centrale nella controversia. Leader della Lega per Salvini Premier, partito che ha assunto un orientamento nazionalista e fortemente critico verso le politiche migratorie europee, Salvini è stato ministro dell’Interno dal 2018 al 2019. Durante quel periodo, ha adottato una linea dura sui flussi migratori, culminata in una serie di provvedimenti e iniziative che hanno portato a numerosi procedimenti giudiziari, tra cui quelli legati alle attività di Open Arms.
La tensione tra la ONG catalana e Salvini si riflette oggi nel dibattito sul servizio pubblico radiotelevisivo, segnando un ulteriore capitolo nella complessa narrazione della gestione dell’immigrazione e del soccorso in mare in Italia e in Europa.






