Bologna, 17 novembre 2025 – “Esiste ancora la Nato? È una domanda che anche io mi faccio. Per me l’articolo 5 non esiste più e se non esiste più la Nato diventa un commercio di armi“: con queste parole, l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi ha sollevato dubbi sull’attuale ruolo dell’alleanza militare durante la presentazione del volume Sud globale. Un’invenzione del Nord? di Stefano Manservisi, a Bologna.
Le critiche di Romano Prodi sull’articolo 5 della Nato
L’articolo 5 del Trattato Atlantico, fondamento della mutua difesa tra i Paesi membri della Nato, prevede che un attacco armato contro uno di essi sia considerato un attacco contro tutti. Tuttavia, Prodi ha espresso un giudizio netto: “Per me l’articolo 5 non esiste più“. Questa affermazione riflette una percezione di indebolimento della solidarietà militare all’interno dell’Alleanza, che rischia di trasformarsi in un semplice “commercio di armi“.
Il dibattito è avvenuto in un contesto di riflessione sulle trasformazioni dell’ordine internazionale, in cui l’ex premier ha anche commentato la figura di Donald Trump: “Trump alla fine è coerente, perché ha una sola idea: quella della forza. Anche il premio Nobel lo vuole prendere con la forza. E alla fine ce la farà“. Parole che sottolineano una visione critica delle dinamiche geopolitiche attuali, in cui la forza militare sembra prevalere sulle alleanze tradizionali.

Contesto attuale della Nato e implicazioni geopolitiche
Fondata nel 1949 come un sistema di sicurezza collettiva tra 32 Stati membri, la Nato ha storicamente rappresentato un baluardo contro minacce esterne, soprattutto durante la Guerra Fredda. L’alleanza si basa sul principio della difesa reciproca sancito dall’articolo 5, che però, secondo Prodi, appare oggi compromesso.
Negli ultimi anni, la Nato ha affrontato tensioni interne e sfide esterne, dall’allargamento verso nuovi membri all’aumento delle tensioni con la Russia. La domanda posta da Prodi sulla persistenza dell’efficacia dell’articolo 5 apre una riflessione sulle trasformazioni del sistema di sicurezza euro-atlantico e sulla necessità di ripensare le strategie di cooperazione militare e politica in un mondo sempre più multipolare e instabile.
Le dichiarazioni dell’ex premier, emerse in un dibattito culturale e politico, contribuiscono ad alimentare un confronto pubblico su un tema di cruciale importanza per la sicurezza internazionale e per il ruolo dell’Italia nell’Alleanza Atlantica.






