Roma, 5 settembre 2025 – Una nuova gaffe social della politica leghista Susanna Ceccardi ha fatto discutere nelle ultime ore, suscitando polemiche e critiche. L’eurodeputata toscana ha infatti scambiato una tradizionale processione cattolica per un raduno islamico, alimentando così una controversia che ha rapidamente fatto il giro del web.
L’errore social
Nei giorni scorsi, Ceccardi ha rilanciato sui propri profili social un post in cui denunciava quella che definiva una “manifestazione islamica” nel quartiere San Donato a Bologna, con riferimento a un evento organizzato da un centro islamico pachistano dedicato alla nascita del profeta Maometto. Nel post, accompagnato da una foto, Ceccardi denunciava una presunta discriminazione di genere, lamentando il fatto che la partecipazione femminile fosse limitata e invitava le femministe a non restare “mute”.
Il problema è che la foto scelta da Ceccardi non ritraeva affatto quella manifestazione islamica, bensì la processione della Desolata, un evento religioso cattolico che si svolge ogni anno a Canosa di Puglia e Teramo durante il Sabato Santo della Settimana Santa. In questa processione, le donne partecipano cantando il dolore della Vergine Maria, in un’atmosfera di grande intensità spirituale e religiosa.
La reazione e la rimozione del post
Una volta scoperta l’errata associazione tra l’evento cattolico e la presunta “islamizzazione”, Ceccardi ha rimosso rapidamente il post da Facebook e Instagram, ma il contenuto è rimasto visibile per giorni su altri canali come Threads. Matteo Pucciarelli di Repubblica ha evidenziato la confusione in un articolo che ha ripercorso la vicenda, sottolineando come la leghista abbia spesso utilizzato toni forti contro l’immigrazione e l’islamizzazione sui social.
Non è la prima volta che la politica toscana incappa in gaffe simili: in passato, Susanna Ceccardi aveva suscitato polemiche per aver definito il brano “Imagine” di John Lennon un “inno marxista e comunista” e per aver rivendicato meriti dei vini Antinori “alla faccia dell’UE”, nonostante il contributo finanziario europeo al successo della cantina.






