Roma, 29 ottobre 2025 – La Corte dei conti ha espresso un netto diniego al rilascio del visto di legittimità per la Delibera Cipess n. 41/2025, relativa al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. La decisione è stata presa nel corso dell’adunanza tenutasi oggi dalla Sezione centrale di controllo di legittimità sugli atti del Governo e delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti. Le motivazioni del diniego sono attualmente in fase di elaborazione e saranno pubblicate entro 30 giorni.
Diniego della Corte dei conti al progetto del Ponte sullo Stretto
La delibera in questione riguarda il cosiddetto “Collegamento Stabile tra la Sicilia e la Calabria”, con l’assegnazione di risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) ai sensi della legge n. 213 del 2023 e l’approvazione finale del progetto, così come previsto dal decreto-legge n. 35 del 2023. Tuttavia, la Sezione centrale di controllo ha deciso di non concedere il visto di legittimità, impedendo di fatto la registrazione dell’atto e bloccando temporaneamente l’iter amministrativo per la realizzazione dell’opera infrastrutturale.
Il progetto del Ponte sullo Stretto rappresenta un’opera di grande rilevanza strategica, con una stima di spesa complessiva di circa 13,5 miliardi di euro. La struttura prevista è un ponte sospeso con una campata centrale di 3300 metri, alte torri di 399 metri e doppia carreggiata stradale e ferroviaria. Malgrado ciò, il percorso autorizzativo ha incontrato ostacoli normativi e di legittimità che al momento ne rallentano la realizzazione.

Reazioni e criticità sul progetto
La decisione della Corte dei conti si inserisce in un contesto di forte dibattito politico e sociale. Il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, ha commentato duramente il provvedimento, chiedendo al Governo di ritirare il progetto a seguito dei rilievi sollevati dalla Corte. Gesmundo ha sottolineato la necessità di evitare lo spreco di risorse pubbliche e di dare priorità alle infrastrutture già in corso nel Mezzogiorno, attualmente finanziate in modo insufficiente.
In particolare, la Cgil ha segnalato come l’avvio di un appalto risalente a oltre vent’anni fa, con un aumento di prezzo superiore al 300%, richieda una verifica approfondita del rispetto della Direttiva europea sugli appalti pubblici. L’Anac aveva già suggerito una tale verifica preventiva mesi fa, ma l’esecutivo ha continuato nella sua linea. La posizione sindacale evidenzia inoltre che 13,5 miliardi di euro bloccati nel progetto del Ponte potrebbero essere meglio impiegati per completare opere ferroviarie e stradali strategiche nei territori di Calabria e Sicilia, dove mancano risorse per oltre 18 miliardi di euro.
Il dibattito rimane aperto, mentre la Corte dei conti si prepara a rendere pubbliche le motivazioni ufficiali del diniego, che avranno un ruolo cruciale nell’evoluzione del progetto infrastrutturale più controverso degli ultimi decenni in Italia.
Ponte sullo Stretto, Meloni denuncia un’invasione di competenze
La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha definito la decisione della Corte dei Conti sul Ponte sullo Stretto come “l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento“. La premier ha sottolineato che “sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati“, criticando una delle contestazioni mosse dai giudici contabili, che ha riguardato la trasmissione di atti voluminosi tramite link, una censura definita “capziosa” e “come se i giudici ignorassero l’esistenza dei computer“. Meloni ha ribadito la legittimità e la trasparenza dell’iter amministrativo del progetto.
Tajani critica la Corte dei Conti sulla bocciatura del Ponte
In un post pubblicato su X, l’ex presidente del Parlamento europeo e segretario nazionale di Forza Italia ha dichiarato di essere “esterrefatto” dalla decisione della Corte dei Conti, che arriva proprio alla vigilia dell’ultimo voto parlamentare sulla riforma della giustizia. Tajani ha sottolineato con determinazione che il governo andrà avanti con il progetto, ribadendo l’importanza strategica dell’opera infrastrutturale.
Il Ponte dello Stretto, collegamento previsto tra la Sicilia e la Calabria, rappresenta da decenni un tema di dibattito politico e tecnico. L’opera è considerata da alcuni una priorità per lo sviluppo economico e logistico del Sud Italia, mentre altre istituzioni hanno sollevato dubbi su costi, impatto ambientale e sostenibilità finanziaria.
Non è ammissibile che in un Paese democratico la magistratura contabile decida quali siano le opere strategiche da realizzare. Quella sul Ponte dello Stretto da parte della Corte dei Conti, è una decisione che mi lascia esterrefatto e che arriva alla vigilia dell’ultimo voto in…
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) October 29, 2025
Reazioni politiche contrastanti: Pd e Salvini
Dalla parte dell’opposizione, il Partito Democratico attraverso il capogruppo in commissione trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, ha definito la decisione della Corte dei Conti sul Ponte sullo Stretto”uno schiaffo in faccia a Salvini” e ha invitato il governo a fermare il progetto, evidenziando “numerose irregolarità denunciate da istituzioni, esperti e realtà territoriali” oltre ai dubbi della magistratura contabile sulla legittimità dell’opera. Barbagallo ha fatto appello al rispetto della legalità e della trasparenza, valori fondanti della Costituzione.
“Meloni con le sue gravi affermazioni contro la Corte dei Conti chiarisce il vero obiettivo della riforma costituzionale. Non è una riforma che serve a migliorare la giustizia, né serve agli italiani. Serve a questo governo per avere le mani libere e mettersi al di sopra delle leggi e della Costituzione“. Così la segretaria del Pd Elly Schlein.
Dal canto suo, il ministro delle Infrastrutture e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, ha definito la decisione della Corte dei Conti “una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico” e ha assicurato che non si fermerà nell’intento di portare avanti il progetto, che ritiene “auspicato perfino dall’Europa” e capace di generare “sviluppo e migliaia di posti di lavoro da sud a nord“. Salvini ha inoltre dichiarato la determinazione del governo a esplorare tutte le possibilità per avviare i lavori.






