Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, ha risposto alle critiche mosse da Israele in seguito alle sue dichiarazioni sulla situazione in Medio Oriente, sottolineando che il suo intervento vuole essere un contributo per la pace e non una posizione di parte.
Parolin risponde a Israele: un appello alla pace dopo il conflitto
A margine di un convegno dedicato alla Cina presso la Pontificia Università Urbaniana, il cardinale ha espresso la sua soddisfazione per l’accordo recentemente raggiunto tra Israele e Hamas, negoziato sotto l’egida del presidente statunitense Donald Trump. “È un passo in avanti nella soluzione del conflitto”, ha affermato, ribadendo che la Santa Sede si unisce al sentimento di speranza e auspica che questo possa essere l’avvio di un percorso verso una pace duratura e definitiva.
Parolin ha evidenziato come “il diavolo stia nei dettagli” nel processo di attuazione dell’accordo, ammettendo che la parte più difficile consista proprio nel superamento delle divergenze residue tra le parti. “Ora serve la buona volontà di tutti per portare avanti il cammino di riconciliazione”, ha aggiunto, invitando a mantenere l’impegno.
Nessuna equivalenza morale tra le parti, la posizione di Parolin
Ritornando sull’intervista rilasciata il 7 ottobre scorso, che ha suscitato le reazioni critiche di Israele, Parolin ha chiarito che il suo discorso non intendeva stabilire un’equivalenza morale tra le azioni delle parti in conflitto. “Dove c’è violenza, essa va sempre condannata”, ha detto il cardinale, sottolineando la volontà della Santa Sede di promuovere la fine delle ostilità e l’avvio di un processo di riconciliazione.
Il porporato ha spiegato che l’intervista voleva manifestare la presenza e la partecipazione della Chiesa cattolica agli eventi del 7 ottobre e rappresentare un appello forte alla pace. “Il mio è un contributo per la pace, non un giudizio o una critica a una delle parti”, ha rimarcato, rispondendo alle accuse di Israele.
Il cardinale Parolin, figura di primo piano nella diplomazia vaticana, ha ribadito che il suo impegno è sempre rivolto a favorire il dialogo e la convivenza pacifica, nel rispetto delle complesse dinamiche geopolitiche che caratterizzano la regione mediorientale.






