Città del Vaticano, 31 dicembre 2025 – In occasione della celebrazione dei Primi Vespri nella Basilica di San Pietro, durante il tradizionale Te Deum di fine anno, il Papa Leone XIV ha espresso un profondo messaggio sul significato del Giubileo 2025, definendolo come un “grande segno di un mondo nuovo, rinnovato e riconciliato secondo il disegno di Dio“.
Roma, città del Giubileo: un richiamo alla responsabilità verso i più fragili
Il Pontefice ha sottolineato il ruolo speciale che la Provvidenza ha riservato a Roma, non per la sua gloria o potenza, ma perché qui sono stati martirizzati apostoli come Pietro e Paolo, e molti altri martiri. Questo rende Roma la città del Giubileo, destinata a essere “all’altezza dei suoi piccoli“: bambini, anziani soli e fragili, famiglie in difficoltà, e persone venute da lontano in cerca di una vita dignitosa. Un invito a non dimenticare i più vulnerabili e a costruire una città inclusiva e accogliente.
Il Papa ha rimarcato l’importanza di progetti che siano liberanti e pacifici, opponendosi a strategie armate mascherate da discorsi ideologici o religiosi. In un tempo segnato da conflitti e tensioni, ha richiamato la necessità di un disegno sapiente, benevolo e misericordioso, fondato sulla speranza e sulla pace.
L’appello di Papa Leone XIV contro le strategie armate
Nel corso della celebrazione dei Primi Vespri nella Basilica di San Pietro, in occasione del tradizionale Te Deum di ringraziamento per l’anno appena trascorso, Papa Leone XIV ha rivolto un appello per un mondo basato su progetti di pace e liberazione, lontano da conflitti e strategie militari. Il Pontefice ha sottolineato come in questo tempo sia urgente un “disegno sapiente, benevolo, misericordioso”, che sia “libero e liberante, pacifico, fedele”.
Durante l’omelia, Papa Leone XIV ha evidenziato che, nonostante la speranza di un futuro migliore alimentata da tante persone semplici e sconosciute, il mondo è ancora avvolto da “strategie armate, ammantate di discorsi ipocriti, di proclami ideologici, di falsi motivi religiosi”. Questi progetti, ha aggiunto, mirano alla conquista di mercati, territori e zone di influenza, ma non portano vera liberazione né pace duratura.
“Dio ama sperare con il cuore dei piccoli, e coinvolge l’umanità nel suo disegno di salvezza”, ha ricordato il Papa, esortando a coltivare la speranza che nasce dalla fede e dalla fiducia in un futuro nelle mani di Colui che offre la speranza più grande.
Un invito a costruire un futuro di speranza e fede
Le parole di Papa Leone XIV si inseriscono nel solco della tradizione della Chiesa cattolica, che da sempre promuove la pace e il rispetto della dignità umana. Il Pontefice, il primo della storia proveniente dagli Stati Uniti e appartenente all’Ordine di Sant’Agostino, ha scelto sin dall’inizio del suo pontificato di porre la pace come uno dei cardini del suo messaggio. La Basilica di San Pietro, simbolo universale della cristianità, ha fatto da cornice a questo appello che invita a riflettere sul significato vero della speranza e della liberazione, richiamando a un impegno condiviso per un mondo più giusto e pacifico.
In un momento storico complesso, il richiamo a progetti “liberanti e pacifici” rappresenta un invito chiaro e urgente a superare le divisioni e le tensioni armate attraverso la via del dialogo, della misericordia e della solidarietà.
Il Giubileo 2025: un anno di speranza e rinnovamento
L’Anno Santo ordinario del 2025, indetto da Papa Francesco e in corso di celebrazione sotto il pontificato di Leone XIV, si fonda sul tema della speranza, ribadito anche dalla Bolla di indizione “Spes non confundit” (“La speranza non delude”), che richiama le parole dell’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani (5,5). Il Giubileo rappresenta un’occasione di incontro personale e comunitario con il Signore Gesù, fonte di una speranza fondata sull’amore divino e sostenuta dalla pazienza, virtù indispensabile in un mondo sempre più segnato dalla fretta e dall’insofferenza.
I pellegrinaggi alle Porte Sante di Roma e alle altre chiese giubilari offrono ai fedeli un cammino spirituale di conversione e riconciliazione, mentre le celebrazioni sono accompagnate da momenti di preghiera, confessione e solidarietà. Il Giubileo è anche un tempo in cui la Chiesa rinnova il suo impegno verso l’accoglienza e la cura di chi è più fragile, riflettendo il cuore della missione cristiana.
Le parole di Leone XIV si inseriscono nel solco della tradizione giubilare, che dalla sua istituzione nel 1300 ha rappresentato un momento di grazia, perdono e speranza per la comunità cristiana universale. Il Giubileo 2025 si presenta così come un invito a costruire un mondo nuovo, fondato sull’amore e sulla giustizia, a partire dalla cura dei più piccoli e fragili.





