Matteo Salvini è stato assolto definitivamente dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio nel processo legato alla vicenda della nave Open Arms. La decisione è stata presa dai giudici della quinta sezione della Corte di Cassazione, che hanno rigettato il ricorso della Procura di Palermo, confermando così l’assoluzione pronunciata in primo grado e stabilendo che, nel suo ruolo di ministro, Salvini ha agito nell’esercizio delle sue funzioni.
Salvini assolto nel caso Open Arms: la sentenza e le motivazioni della Cassazione
Il processo, iniziato nell’aprile 2021, riguardava i fatti avvenuti ad agosto 2019, quando Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno nel governo Conte I, impedì per giorni lo sbarco in Italia di 147 migranti soccorsi nel Mediterraneo dalla nave dell’ong spagnola Open Arms. La Procura aveva chiesto una condanna a sei anni di carcere, contestando a Salvini il reato di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio.
La sentenza della Cassazione ha ribadito che non sussisteva un obbligo giuridico per l’Italia di coordinare le operazioni di soccorso in mare né di concedere il porto sicuro in quei casi, poiché i salvataggi erano avvenuti in zone di responsabilità di altri Stati, come Libia, Malta e Spagna. I giudici hanno inoltre sottolineato che le normative internazionali in materia di ricerca e soccorso marittimo contengono raccomandazioni di cooperazione tra Stati, ma non obblighi giuridici vincolanti che possano tradursi in responsabilità penali per i ministri.
La Corte ha evidenziato come la normativa vigente al tempo degli avvenimenti della Open Arms fosse lacunosa e non disciplinasse in modo chiaro la gestione coordinata delle operazioni SAR (search and rescue). Per questo motivo, ha ribadito che l’azione del ministro Salvini, volta a tutelare i confini nazionali, non configura alcun reato penale.
Le reazioni politiche e le dichiarazioni
Immediata la reazione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che in aula al Senato ha rivolto un applauso a Salvini definendo “infondato” il capo di imputazione e sottolineando che un ministro che difende i confini italiani sta semplicemente facendo il proprio dovere. Sui social, Meloni ha scritto: “La definitiva assoluzione di Matteo Salvini è una buona notizia e conferma un principio fondamentale: difendere i confini nazionali non è un reato. Forza Matteo“.
Anche lo stesso Salvini ha commentato su X con un post accompagnato dalla parola “assolto”: “Cinque anni di processo: difendere i confini non è reato”, riaffermando la sua soddisfazione per il verdetto e la convinzione di aver agito nell’interesse dell’Italia.
Dal fronte opposto, Oscar Camps, fondatore di Open Arms, ha definito la sentenza una “decisione politica” e un precedente preoccupante per lo stato di diritto, denunciando che essa legittima l’uso della sofferenza umana come strumento politico e autorizza futuri governi a chiudere i porti e trattenere migranti sulle navi.
L’avvocata Giulia Bongiorno, che ha difeso Salvini, ha espresso invece soddisfazione per una “sentenza che conferma la correttezza dell’operato” del suo assistito, sottolineando come il processo non sarebbe dovuto neppure iniziare.
La sentenza rappresenta dunque una tappa cruciale nella vicenda giudiziaria di Matteo Salvini, che ha visto il Tribunale di Palermo e ora la Cassazione riconoscere la conformità dell’azione politica dell’ex ministro con le normative e i doveri istituzionali in materia di sicurezza e controllo delle frontiere.






