Roma, 18 luglio 2025 – Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha espresso preoccupazione non tanto per la separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti, quanto per la modalità di composizione del nuovo assetto del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) e per l’istituzione dell’Alta Corte di Giustizia. Queste novità, al centro della riforma costituzionale in discussione, sono state illustrate dallo stesso Nordio durante la IV edizione di “Parlate di Mafia”.
Nordio, tensioni interne e critiche sull’imparzialità e disciplina
Durante il suo intervento, il ministro ha anche denunciato un episodio recente in cui un magistrato in servizio ha pubblicamente criticato il suo operato nel caso Almasri, definendo inaccettabile la censura rivolta a un ministro da parte di un magistrato. “In qualsiasi paese al mondo, chi si permette di fare ciò sarebbe sottoposto a valutazioni disciplinari”, ha affermato Nordio, lamentando la presunta impunità dei magistrati nel criticare apertamente le autorità politiche senza conseguenze.
La riforma costituzionale in discussione non riguarda solo la separazione delle carriere, ma anche un riordino dell’assetto della magistratura, con l’obiettivo dichiarato di garantire maggiore indipendenza e trasparenza. Tuttavia, come sottolineato da esperti del settore, alcune preoccupazioni permangono circa il possibile indebolimento del ruolo del giudice rispetto al pubblico ministero e le complicazioni che potrebbero derivare dalla presenza di due CSM distinti.
Il sorteggio e l’istituzione dell’Alta Corte: novità e criticità
Secondo il ministro Nordio, il vero nodo della riforma è rappresentato dalla seconda e terza parte: la composizione del CSM tramite sorteggio e la creazione di un organismo indipendente, l’Alta Corte di Giustizia, che sostituirà l’attuale competenza disciplinare del CSM. “Questa nuova Corte sarà assolutamente indipendente dalla giustizia domestica del CSM attuale”, ha spiegato Nordio, sottolineando che l’obiettivo è garantire un’indipendenza ancora più solida per i magistrati rispetto al potere politico.
La proposta di legge (p.d.l. n. C. 1917 e S. 1353), approvata dalla Camera a gennaio 2025 e ora all’esame del Senato, prevede infatti due Consigli Superiori della Magistratura distinti — uno per i giudicanti e uno per i requirenti — composti in larga parte tramite sorteggio tra magistrati e membri laici selezionati dal Parlamento. L’Alta Corte disciplinare, formata da 15 giudici tra laici e magistrati, sarà chiamata a gestire i procedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati, con un sistema di impugnazioni interne che non prevedono ricorso alla Cassazione.
Nordio ha inoltre evidenziato come “i magistrati non debbano temere il governo o il Parlamento, ma le correnti interne al CSM, che attualmente li gestiscono e li ‘proteggono’”. La riforma mira a ridurre il peso di tali correnti attraverso la scelta per sorteggio dei componenti togati, ma rimane il dubbio sulla reale efficacia di questo meccanismo.






