Roma, 24 luglio 2025 – Nel pieno della discussione sulla riforma della giustizia italiana, emerge un curioso retroscena storico che coinvolge direttamente l’attuale Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha infatti pubblicato una lettera firmata da Nordio il 3 maggio 1994, all’epoca sostituto procuratore a Venezia, in cui esprimeva la sua netta contrarietà alla separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante, riforma che oggi invece sostiene e promuove da ministro.
Nordio e la firma sulla lettera del 1994
La missiva, inviata via fax e firmata da numerosi magistrati della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia, aderiva all’appello dell’ANM contro la divisione delle carriere. Nel documento si legge: “Nella storia dell’Italia repubblicana l’indipendenza del pubblico ministero rispetto all’esecutivo e l’unicità della magistratura ha rappresentato in concreto una garanzia per l’affermazione della legalità e la tutela dei principi di eguaglianza dinanzi alla legge”. Un argomento che l’ANM continua a sostenere tuttora con forza, ma che Nordio oggi respinge, avendo cambiato posizione politica e istituzionale.
È proprio questa incoerenza che l’ANM ha voluto evidenziare, sottolineando come, all’epoca, oltre 1500 magistrati condivisero la stessa linea, opponendosi alla riforma ora in via di approvazione grazie proprio all’impegno del Ministro Nordio. “Todo cambia”, scrivono alcuni magistrati commentando la vicenda, rimarcando il contrasto tra l’ex magistrato e l’attuale guardasigilli.
Nordio e la sua carriera tra magistratura e politica
Nato a Treviso nel 1947, Carlo Nordio è entrato in magistratura nel 1977 e ha condotto importanti inchieste, tra cui quella sulle Brigate Rosse venete e il caso Mose di Venezia. Negli anni ’90 partecipò anche alle indagini di Mani Pulite a Venezia, ma mantenendo una posizione critica rispetto al pool di Milano. Dal 2022 è ministro della giustizia nel governo Meloni, dopo essere stato eletto deputato per Fratelli d’Italia.
Durante il suo mandato, Nordio ha promosso una serie di riforme giudiziarie significative, tra cui l’abolizione del reato di abuso d’ufficio e la revisione delle procedure di appello e dell’uso delle intercettazioni. Tuttavia, il suo passato da magistrato e le sue posizioni attuali sembrano in netta contraddizione rispetto al documento del 1994.
Anche Carlo Nordio era contrario alla separazione delle carriere. Lo dimostra questa lettera firmata dall’allora magistrato a Venezia e inviata all’Associazione nazionale magistrati.
Era il 3 maggio 1994.Ecco il documento esclusivo. pic.twitter.com/THZo1N9acd
— ANM Associazione Nazionale Magistrati (@ANMagistrati) July 24, 2025
Il chiarimento del ministro
Nel corso di un’intervista rilasciata all’Ansia, il ministro Nordio ha spiegato che in quegli anni era “contrario alla separazione delle carriere perché ritenevo importante che la magistratura restasse unita, soprattutto in un periodo segnato da stragi e da Tangentopoli”. La sua posizione, tuttavia, cambiò radicalmente in seguito a un episodio che lo colpì profondamente: il suicidio di un indagato coinvolto in un’inchiesta da lui condotta a Venezia. “Fu allora che capii che si stava esagerando”, ha raccontato, “e nel 1995 decisi di rivedere le mie convinzioni, tanto che il giorno successivo anche alcuni giornali titolarono sulla mia nuova posizione”.
Nordio ha precisato di non essere stato l’unico, tra magistrati, politici e giornalisti, a rivedere le proprie idee sul tema. “Nel 1997 fui convocato dai probiviri dell’Associazione nazionale magistrati per spiegare le mie opinioni, che in quell’occasione ribadii con chiarezza”, ha aggiunto il ministro.






