La sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che condanna l’Italia per la sua politica migratoria è stata definita dal vicepremier Matteo Salvini come “scandalosa, vergognosa, imbarazzante”. La pronuncia limita, secondo Salvini, la possibilità di controllare i confini nazionali e di contrastare i trafficanti di esseri umani, cancellando l’identità italiana e rappresentando un pericolo per il Paese.
Salvini attacca la Corte Europea: “Limitazioni pericolose ai controlli sui confini”
Durante un incontro con imprenditori a Pesaro, Salvini ha espresso il proprio dissenso verso la sentenza, ribadendo che si tratta dell’ennesima dimostrazione di un’Europa che, a suo avviso, “non funziona”. Il leader della Lega ha sottolineato che la decisione della Corte limita la capacità dell’Italia di agire contro gli sbarchi di migranti e di tutelare la sicurezza nazionale. “È una sentenza che cancella la nostra identità, è pericolosa”, ha concluso.
Questa posizione si inserisce nel più ampio dibattito sulla gestione dei migranti in Italia, che negli ultimi anni ha visto numerose sentenze e pronunciamenti giudiziari, tra cui quelli della Corte di Cassazione sul caso della nave Diciotti. Proprio su quest’ultimo, la premier Giorgia Meloni ha definito la sentenza della Cassazione come “frustrante”, criticando la decisione che impone al governo di risarcire i migranti per il mancato sbarco avvenuto nel 2018 sotto il ministro dell’Interno Salvini.
La politica italiana tra sentenze e critiche incrociate
La sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si inserisce nel contesto di un intenso confronto politico e giuridico riguardo alle politiche migratorie italiane. La Corte, infatti, ha esaminato la cosiddetta politica di “pullback”, ovvero il respingimento indiretto di migranti in collaborazione con la guardia costiera libica, condannando implicitamente l’Italia per le condizioni disumane in cui sono stati riportati alcuni migranti in Libia.
Tuttavia, la Corte ha dichiarato il ricorso irricevibile, sostenendo che l’Italia non esercitava effettivamente giurisdizione extraterritoriale in quel contesto, una decisione che ha suscitato critiche da parte di esperti di diritti umani e associazioni.
Sul fronte politico, la Lega di Salvini ha reagito duramente, definendo le sentenze come un “invasione di campo” da parte della magistratura, mentre altri esponenti del governo e dell’opposizione hanno espresso posizioni diverse, evidenziando la complessità dell’argomento e le implicazioni legali, sociali e umanitarie legate alla gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo.






