Roma, 29 agosto 2025 – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime profonda indignazione e solidarietà nei confronti delle donne vittime di insulti e violazioni della privacy perpetuate su forum e siti web sessisti. Al centro della sua denuncia, la diffusione illecita di immagini private, pratica nota come revenge porn, che costituisce un reato nel sistema giuridico italiano.
La presa di posizione di Giorgia Meloni
In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, Meloni ha dichiarato di essere “disgustata da ciò che è accaduto” e ha voluto manifestare la sua vicinanza a tutte le donne offese e insultate da gestori e utenti di tali piattaforme. La premier ha sottolineato con fermezza che nel 2025 è “avvilente constatare che ci siano ancora persone che considerano normale calpestare la dignità di una donna”, spesso nascondendosi dietro l’anonimato offerto dalla rete.
Ha poi aggiunto di confidare nelle autorità competenti affinché i responsabili vengano individuati e puniti severamente, senza alcuno sconto. Meloni ha ricordato che la diffusione non consensuale di contenuti intimi rientra nel reato di revenge porn, previsto dal nostro ordinamento.
Il fenomeno del revenge porn e le iniziative per la tutela
Il revenge porn consiste nella condivisione di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone coinvolte. Non sempre si tratta di ritorsione, ma più in generale di una forma di pornografia non consensuale che può avere ripercussioni devastanti sulla vita delle vittime, spesso donne. In Italia, la legge contro questa pratica è entrata in vigore nel 2019 con il cosiddetto “Codice Rosso”.
La gravità del fenomeno è stata evidenziata anche dalle testimonianze raccolte, come quelle di donne finite loro malgrado in gruppi Facebook o forum dove foto intime venivano commentate in modo offensivo. Le forze dell’ordine, in particolare la Polizia Postale, hanno attivato indagini e invitano le vittime a denunciare per consentire l’identificazione e la punizione dei colpevoli.
Oltre all’azione repressiva, la presidente Meloni ha fatto un appello all’educazione digitale e all’uso consapevole della rete come strumenti fondamentali per difendersi da queste violazioni. Il Garante della privacy ha inoltre attivato un servizio di segnalazione per prevenire la diffusione di materiale intimo, sottolineando l’importanza della prudenza nella condivisione di dati personali online.






