Roma, 17 dicembre 2025 – Nel corso di un intervento alla Camera dei Deputati in vista del Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affrontato il delicato tema del Medio Oriente, soffermandosi sulla fragile tregua in vigore a Gaza e sull’impegno richiesto alla comunità internazionale per consolidare la stabilità nella regione. Meloni ha ribadito la necessità che ogni attore coinvolto contribuisca concretamente a un percorso di pace duraturo, sottolineando il ruolo dell’Italia e l’importanza di un approccio multilaterale.

La tregua fragile e il ruolo dell’Italia nella stabilizzazione di Gaza
“Il Piano di pace del Presidente Trump ha avuto il grande merito di porre fine al conflitto a Gaza, un conflitto che aveva provocato un numero di vittime civili e una crisi umanitaria ingiustificabili”, ha dichiarato la premier Meloni. Tuttavia, ha precisato che si tratta di una tregua fragile e di un percorso complesso e ambizioso, che richiede l’impegno di tutte le parti interessate per durare nel tempo e per aprire la strada alla stabilizzazione a lungo termine della Striscia di Gaza, con l’obiettivo finale della realizzazione della prospettiva dei due Stati.
L’Italia, ha proseguito Meloni, è riconosciuta come un interlocutore fondamentale nei processi di pace. Lo dimostra l’invito a partecipare come ospite d’onore al summit di Manama del Consiglio di cooperazione del Golfo, un riconoscimento del ruolo attivo e costruttivo che Roma ha avuto negli sforzi per portare la pace a Gaza. Questo apprezzamento viene anche dagli Stati Uniti, che evidenziano il contributo dei Carabinieri italiani nella formazione delle forze di sicurezza palestinesi, e da Israele, che considera l’Italia un partner affidabile e coerente nel richiamare le responsabilità di Hamas nel conflitto, a partire dall’attacco del 7 ottobre 2023.
La premier ha inoltre annunciato che l’Italia ha già approvato un primo pacchetto di aiuti umanitari destinati a Gaza e intende integrare ulteriormente tale impegno in vista della conferenza sulla ricostruzione prevista per l’inizio del 2026. In parallelo, gli Stati Uniti hanno chiesto un contributo italiano nel progetto pilota di addestramento della polizia palestinese da dispiegare rapidamente nella Striscia, mentre Roma guarda con attenzione anche alla possibilità di partecipare alla forza internazionale per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza.
Dialogo regionale e impegno internazionale
Nel corso delle comunicazioni alla Camera, Meloni ha illustrato la sua recente partecipazione al vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo a Manama, dove ha proposto la creazione di un foro di dialogo e cooperazione che unisca il Mediterraneo e il Golfo, due aree geografiche strategiche e potenzialmente complementari. Il nuovo foro, accolto con grande interesse, avrebbe l’obiettivo di mettere in comune risorse e vocazioni globali, tenendo conto della rilevanza di punti nevralgici come lo Stretto di Hormuz, Bab el Mandeb, il Canale di Suez e lo Stretto di Gibilterra, fondamentali per il commercio mondiale.
Nel quadro del dialogo internazionale, Meloni ha ricordato l’incontro con il presidente palestinese Mahmoud Abbas, detto Abu Mazen, ricevuto a Roma per la seconda volta in poco più di un mese. Abbas ha chiesto un impegno italiano forte e ambizioso per sostenere i passaggi necessari a rendere operativo il piano di pace statunitense. La premier ha sottolineato che l’Italia non intende sottrarsi a questa responsabilità, soprattutto in un momento così cruciale per la stabilità regionale.
Abu Mazen, in un’intervista recente, ha ribadito che lo Stato di Palestina è l’autorità sovrana su Gaza e che è fondamentale ristabilire il collegamento con la Cisgiordania tramite le istituzioni legittime e il governo palestinese. Ha inoltre evidenziato l’importanza di una forza di stabilizzazione arabo-internazionale con mandato Onu e ha accolto con favore il ruolo dell’Italia in questo contesto. Il presidente palestinese ha richiamato l’urgenza di fermare le misure israeliane che compromettono la soluzione dei due Stati, come il trattenimento dei fondi palestinesi, l’espansione delle colonie, l’assedio economico, e le aggressioni ai luoghi santi.
Il leader palestinese ha inoltre condannato le esecuzioni sommarie compiute da Hamas a Gaza e ha chiesto il disarmo dei miliziani, sottolineando che Hamas non dovrebbe avere alcun ruolo nel governo della Striscia. Ha confermato che la soluzione dei due Stati resta l’unica opzione percorribile per garantire pace e sicurezza nella regione, auspicando che Israele e Palestina possano convivere pacificamente con Gerusalemme Est come capitale palestinese.
La posizione italiana sulla condanna dell’antisemitismo e la dialettica politica interna
Nel suo discorso, Meloni ha espresso con fermezza la necessità di non avere più distinguo o reticenze nella condanna dell’antisemitismo, affermando che non si possono tollerare ambiguità su questo tema, così come sulla negazione dello Stato di Israele. Rivolgendosi alle opposizioni, la premier ha inoltre chiesto se considerino complice di genocidio anche il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, vista la sua posizione e il rapporto con il governo italiano, in risposta a chi aveva accusato Roma di complicità nel conflitto.
L’approccio di Meloni si inserisce in un quadro complesso di relazioni internazionali segnate dal tentativo di stabilizzazione della regione mediorientale, che vede coinvolti attori statali e non, con l’Italia impegnata a svolgere un ruolo di mediazione e contributo concreto, sia sul piano diplomatico che operativo.
L’intervento della presidente Meloni evidenzia quindi la fragilità della tregua in Medio Oriente e la necessità di un impegno condiviso e multilaterale per garantire una pace duratura, con un’attenzione particolare al ruolo che il nostro Paese può e deve svolgere per il futuro di Israele, Palestina e dell’intera regione.






