Roma, 22 ottobre 2025 – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni torna oggi in Parlamento con un discorso atteso, in vista del Consiglio europeo convocato per il 23 ottobre a Bruxelles. Alle 9.30 sarà alla Camera dei Deputati, mentre nel pomeriggio, alle 16.15, interverrà al Senato. Al centro del suo intervento, il sostegno italiano e europeo all’Ucraina nel contesto del conflitto in corso e le questioni delicate legate allo sblocco dei fondi russi congelati.
La commemorazione dei tre anni di governo Meloni
In occasione del terzo anniversario dal suo insediamento, avvenuto il 22 ottobre 2022, la premier ha rilanciato con un video social il bilancio delle sue politiche. Nel filmato, trasmesso anche durante il suo discorso all’assemblea generale dell’ONU di settembre, Meloni ha sottolineato il percorso politico intrapreso, citando San Francesco come simbolo di coraggio e coerenza. «Tre anni per l’Italia. La strada è tracciata e la percorreremo fino in fondo», ha affermato la presidente del Consiglio, evidenziando i risultati ottenuti in diversi settori strategici: occupazione ai massimi storici con un tasso del 62,6%, disoccupazione ai minimi da giugno 2007 al 6%, oltre 37.400 nuove assunzioni nelle forze di polizia e un significativo incremento degli investimenti esteri diretti, che nel 2024 hanno superato i 35 miliardi di euro.
Sostegno incondizionato a Kiev e la questione dei fondi russi
Nel suo discorso odierno, Meloni ribadirà la posizione ferma e senza ambiguità dell’Italia nel sostenere l’Ucraina, in linea con la dichiarazione firmata ieri da diversi Stati membri dell’Unione Europea. La premier confermerà che il supporto italiano continuerà nei limiti del bilancio nazionale, senza compromessi. Tuttavia, il nodo cruciale resta il futuro impiego degli asset russi congelati, stimati complessivamente in 180 miliardi di euro, di cui oltre 20 miliardi attribuiti all’Italia. Palazzo Chigi manifesta infatti dubbi riguardo alla sostenibilità finanziaria di questa impegno e alla responsabilità di garantire tali somme nel caso di eventuali contenziosi internazionali, con particolare attenzione al rischio di default per lo Stato belga, principale custode degli asset.
I tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze stanno valutando diverse ipotesi: dall’impegno diretto italiano a fornire garanzie fino a scenari in cui gli Stati membri diano consenso a maggioranza ma con garanzie individuali inferiori, riducendo così l’entità delle risorse trasferite a Kiev. Le perplessità di Meloni e del ministro Giancarlo Giorgetti sono principalmente di natura contabile e finanziaria, ma non si escludono tensioni politiche interne, soprattutto con esponenti della Lega e di Matteo Salvini, che potrebbero manifestare riserve sull’utilizzo di tali fondi.
Questioni di governance e controllo sull’uso dei fondi
Altro tema delicato che Meloni potrebbe sollevare nella riunione europea riguarda le modalità di impiego delle risorse destinate all’Ucraina. Il governo italiano vuole stabilire con chiarezza quali limiti saranno posti all’acquisto di armamenti con questi fondi, sollevando dubbi sulla possibilità che l’Ucraina possa impiegare i fondi sbloccati per acquisire armamenti statunitensi o di altro tipo. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha infatti sottolineato la difficoltà di reperire armi sul mercato, ma anche la necessità di evitare che i fondi europei vengano destinati ad acquisti non controllati, rischiando di compromettere la coesione dell’Unione Europea nel sostegno militare a Kiev.






