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Home Politica

Dietrofront immediato di Brunetta, anche Meloni era infastidita dall’aumento dello stipendio al Cnel

La decisione del CNEL di aumentare il compenso al presidente Brunetta accende lo scontro politico su stipendi pubblici, gestione delle risorse e salario minimo in Italia

by Marco Viscomi
7 Novembre 2025
Giorgia Meloni e Renato Brunetta

Giorgia Meloni e Renato Brunetta | ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Roma, 7 novembre 2025 – Nelle ultime settimane Palazzo Chigi è stato al centro di un acceso dibattito politico a seguito della decisione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) di incrementare il compenso del proprio presidente, Renato Brunetta. La scelta ha suscitato una forte reazione da parte della premier Giorgia Meloni e delle forze di opposizione, in un contesto già segnato dal dibattito su lavoro povero e salario minimo, temi recentemente analizzati dallo stesso CNEL con la consegna di un dettagliato rapporto alla Presidenza del Consiglio.

L’aumento del compenso di Renato Brunetta e la posizione di Giorgia Meloni

La decisione di aumentare lo stipendio del presidente Brunetta, formalizzata con una delibera pubblicata sul sito del CNEL, prevede un incremento del budget complessivo per il 2026 da 850 mila euro inizialmente previsti a quasi 1,9 milioni di euro, comprensivi di contributi previdenziali. Questa variazione è giustificata ufficialmente con l’adeguamento agli incrementi medi dei lavoratori pubblici contrattualizzati, come rilevato dall’Istat, e soprattutto con la recente sentenza della Corte Costituzionale n. 135 del 9 luglio 2025. Tale sentenza ha dichiarato incostituzionale il tetto massimo di 240 mila euro annui per i dirigenti pubblici, portando il limite retributivo di riferimento all’importo spettante al primo presidente della Corte di Cassazione, pari a 311.658,53 euro.

L’esecutivo guidato da Meloni ha espresso un chiaro disappunto: la premier ha definito la decisione “non condivisibile” e “inopportuna”, sottolineando come l’adeguamento del compenso non sia stato concordato con il governo. In ambienti di Palazzo Chigi si sottolinea la necessità di un uso responsabile delle risorse pubbliche, soprattutto in un momento in cui la questione del lavoro povero e del salario minimo è al centro dell’agenda politica nazionale.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni | Instagram @giorgiameloni – alanewssull’interrogazione parlamentare

Le critiche delle opposizioni e la risposta di Brunetta

La decisione ha scatenato una dura reazione politica da parte di diverse forze di opposizione. Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ha attaccato duramente Brunetta, evidenziando il paradosso di chi “rifiuta un salario dignitoso ai lavoratori ma aumenta i propri compensi”. Nicola Fratoianni, anch’egli di Avs, ha denunciato il raddoppio della spesa per le retribuzioni del CNEL, mentre il Movimento 5 Stelle ha annunciato un’interrogazione parlamentare tramite il capogruppo in commissione Lavoro alla Camera, Dario Carotenuto, definendo la misura come “la difesa della casta della peggior specie”. Matteo Renzi di Italia Viva ha accusato la premier Meloni di trovare risorse per aumentare “il poltronificio di Brunetta” ma non per migliorare gli stipendi del ceto medio.

Da parte sua, Renato Brunetta ha precisato che l’aumento non è un “adeguamento” deciso dal CNEL, bensì l’applicazione obbligatoria della sentenza della Corte Costituzionale, che ha ripristinato il tetto retributivo a 311.658,53 euro a decorrere dal 1° agosto 2025. Ha inoltre chiarito che la cifra di 1,5 milioni di euro indicata nel bilancio preventivo riguarda il costo totale previsto per l’intero Consiglio, composto da 64 consiglieri, e non il solo suo compenso personale. Ha infine ricordato che l’Assemblea plenaria del CNEL ha approvato all’unanimità il 23 ottobre la variazione al bilancio 2025 e il bilancio 2026.

Renato Brunetta
alanews.it

Il ruolo di Brunetta e Meloni nel contesto politico attuale

Renato Brunetta, economista e docente universitario, è presidente del CNEL dal 20 aprile 2023. La sua nomina è stata proposta dalla premier Giorgia Meloni, che ha sottolineato l’importanza del CNEL come organo di consulenza del governo e del Parlamento in materia economica e sociale. Brunetta, noto per i suoi incarichi ministeriali nella pubblica amministrazione e innovazione nei governi Berlusconi IV e Draghi, ha una lunga carriera politica ed accademica che lo ha visto protagonista di numerosi dibattiti sul lavoro e le politiche economiche.

Nel corso del 2023, Meloni ha ricevuto Brunetta a Palazzo Chigi per la consegna del rapporto sul lavoro povero e il salario minimo, documento che ha evidenziato come, grazie alla contrattazione collettiva, oltre il 95% dei lavoratori privati sia coperto da retribuzioni adeguate, escludendo i comparti agricolo e domestico. La premier ha quindi ribadito l’intenzione del governo di adottare una serie di misure organiche e di lungo periodo per contrastare il lavoro povero, senza introdurre un salario minimo legale, ritenuto poco efficace secondo l’analisi tecnica del CNEL.

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dal 22 ottobre 2022 e prima donna a ricoprire questo incarico in Italia, guida il partito di Fratelli d’Italia dal 2014 e detiene anche il ruolo di presidente del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei fino a gennaio 2025. La sua leadership è caratterizzata da un impegno costante su temi economici e sociali, ma anche da un’attenta gestione delle risorse pubbliche, come dimostrato dalla critica rivolta alla decisione del CNEL sull’aumento dei compensi.

Revoca dell’aumento dei compensi: le motivazioni di Brunetta

Il presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), Renato Brunetta, ha annunciato la revoca immediata della decisione adottata dall’Ufficio di Presidenza che prevedeva un aumento dei compensi per i vertici dell’ente, incluso il suo stipendio, portato a 311mila euro annui. La decisione arriva dopo un acceso dibattito politico e una forte irritazione manifestata dalla premier Giorgia Meloni.

In una nota ufficiale, Brunetta ha spiegato di voler evitare che l’applicazione di una sentenza della Corte Costituzionale, che ha modificato le soglie per le remunerazioni pubbliche, venga strumentalizzata a danno della credibilità del Cnel. Ha sottolineato che la revoca è un atto di responsabilità volto a tutelare il prestigio dell’istituzione e a mantenere un clima di collaborazione tra le diverse componenti politiche, istituzionali e sociali.

Il presidente del Cnel ha precisato che non intende permettere che la legittima applicazione della sentenza costituzionale possa condizionare negativamente il dibattito politico e l’azione del governo. La decisione di revocare l’aumento, adottata con effetto immediato, segue una settimana di polemiche che hanno coinvolto l’esecutivo e l’opinione pubblica.

Il Cnel ha difeso la propria posizione, sottolineando che si è trattato di un atto di doverosa applicazione della sentenza costituzionale, rigettando le accuse di irregolarità. Brunetta, che ricopre la carica dal 20 aprile 2023, ha quindi deciso di ritirare l’aumento per preservare l’immagine dell’ente e favorire un clima di dialogo più costruttivo.

Tags: CNELGiorgia Meloniprima paginaRenato Brunetta

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