Roma, 30 luglio 2025 – Nel corso della tradizionale cerimonia del Ventaglio, tenutasi oggi al Quirinale, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto un ampio discorso incentrato sulle sfide contemporanee della politica internazionale, della libertà di informazione e della responsabilità istituzionale. Il Capo dello Stato ha evidenziato come l’epoca attuale si caratterizzi per un mutato atteggiamento dei protagonisti mondiali, che spesso puntano più a essere temuti che ammirati, con conseguenze significative sulla stabilità globale e sulla fiducia reciproca tra nazioni.
Un mondo in trasformazione: tra politica internazionale e lezioni della storia
Nel suo intervento, Mattarella ha richiamato l’attenzione sulla differenza rispetto alle posture adottate nel dopoguerra, quando la pace mondiale veniva sorretta da un clima di fiducia e collaborazione, favorendo lo sviluppo globale. “Oggi molti protagonisti della vita internazionale aspirano a essere temuti più che stimati e ammirati”, ha affermato, sottolineando come questa scelta possa produrre qualche vantaggio immediato ma rischi di intaccare profondamente il prestigio, l’autorevolezza e l’influenza stabile degli Stati nel lungo termine.
Il Presidente ha ricordato che la storia offre autentiche lezioni da non dimenticare, evidenziando che la vita del mondo non inizia oggi. Le esperienze del passato dovrebbero quindi guidare le scelte di oggi, soprattutto in un’epoca segnata da molteplici elementi di novità. In particolare, Mattarella ha posto l’accento sulla necessità di costruire una politica estera e di difesa comune europea, considerandola urgente e imprescindibile per garantire sicurezza e pace nel continente.
Al riguardo, il Capo dello Stato ha dichiarato: “Servono adeguate capacità difensive dei Paesi raccolti nell’Unione Europea, perché questa possa realmente svolgere il ruolo cui è chiamata: essere attrice di sicurezza e promotrice di pace.” La condivisione di aspetti sovranazionali, ha aggiunto, è fondamentale per rendere effettiva la sovranità degli Stati membri.
Libertà di informazione e ruolo dei giornalisti nella democrazia
Un altro tema centrale del discorso di Mattarella è stato il delicato ruolo dell’informazione indipendente nell’attuale contesto di rapide trasformazioni tecnologiche e sociali. Il Presidente ha esortato i giornalisti a non cedere alla tentazione dell’autocensura e ha richiamato editori e operatori dell’informazione alla responsabilità di tutelare la funzione vitale del giornalismo nella vita democratica.
“Il giornalismo libero e indipendente è un ‘cane da guardia’ contro le tentazioni degli eccessi del potere”, ha rimarcato, aggiungendo che il pluralismo delle opinioni, pur fondamentale, non può sostituirsi a un’informazione libera e rigorosa.
In relazione al quadro normativo, Mattarella ha poi sottolineato l’importanza dell’imminente entrata in vigore, l’8 agosto, del Regolamento europeo sulla libertà dei media, che disciplina l’indipendenza editoriale, i contenuti sulle piattaforme digitali e il funzionamento dei media pubblici. Il Presidente ha definito “sconfortante” la situazione emersa nell’ambito della Commissione parlamentare di vigilanza sulla designazione del Presidente della Rai, ribadendo la necessità che le garanzie legislative non vengano eluse per assicurare il funzionamento delle istituzioni mediatiche.
Infine, un passaggio particolarmente sentito è stato dedicato alla condizione dei giornalisti nei teatri di guerra, con un riferimento esplicito a Gaza. Mattarella ha condannato con fermezza il tentativo di oscurare la realtà impedendo ai giornalisti di svolgere il proprio lavoro e ha ricordato i colleghi uccisi come martiri della libertà di informazione.
La crisi di Gaza e le sfide della pace
Nel suo discorso, il Capo dello Stato ha dedicato ampio spazio alla situazione drammatica in Medio Oriente, con particolare riferimento alla Striscia di Gaza, dove la crisi umanitaria si aggrava di giorno in giorno. Mattarella ha definito “intollerabile” la situazione nel territorio palestinese e ha auspicato che le pause nei combattimenti si traducano in spazi di effettivo cessate il fuoco.
Richiamandosi a fatti di estrema gravità, il Presidente ha descritto eventi come il bombardamento della Parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza, definito un errore imperdonabile, e ha denunciato la difficoltà nel considerare “involontari” episodi come l’attacco ad ambulanze, la morte di medici, infermieri e bambini, nonché la distruzione di ospedali.
Nell’illustrare tali orrori, Mattarella ha citato il caso emblematico di un bambino accolto in un ospedale italiano, che ha perso il padre e nove fratelli nel bombardamento della sua casa. Queste testimonianze, ha affermato, evidenziano la necessità di un impegno condiviso per la tutela dei diritti umani e della vita in contesti di conflitto.
Un richiamo a valori fondamentali e alla responsabilità istituzionale
Nel suo discorso, il Presidente Mattarella ha inoltre affrontato altre questioni cruciali, come la necessità di evitare fortilizi contrapposti tra politica e giustizia, ricordando come le istituzioni siano parti di un sistema costituzionale che richiede rispetto reciproco e limiti definiti per garantire la tutela dei rispettivi ambiti di competenza.
Sul piano internazionale, Mattarella ha denunciato la cancellazione dell’equilibrio di pace da parte della Russia, la cui aggressione all’Ucraina rappresenta un macigno sulle prospettive dell’Europa e dei suoi giovani. Ha inoltre evidenziato il rischio che la Russia possa intraprendere ulteriori iniziative aggressive a scapito della sicurezza e dell’indipendenza di altri Paesi europei.
Infine, il Presidente ha richiamato l’attenzione sulla crescente polarizzazione della ricchezza a livello globale, con un numero ristretto di persone che detengono patrimoni immensi mentre larghe fasce della popolazione e i giovani si trovano ad affrontare una progressiva riduzione delle prospettive e un aumento dell’insicurezza sociale.
Mattarella ha concluso il suo discorso con un monito contro la tendenza alla contrapposizione irriducibile e all’intolleranza, denunciando il ritorno di fenomeni gravissimi come l’antisemitismo, che si alimenta anche di ignoranza e stupidità.






