Roma, 12 dicembre 2025 – Nel corso della tradizionale cerimonia di scambio degli auguri di fine anno con il corpo diplomatico, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso con fermezza un messaggio chiaro e incisivo riguardo alla minaccia nucleare, ribadendo l’importanza del controllo sugli armamenti e la necessità di respingere un nuovo ordine mondiale fondato sulla sopraffazione e la violenza.
Mattarella: “minaccia nucleare: un crimine contro l’umanità”
Durante il suo intervento, Mattarella ha sottolineato come in passato il controllo della corsa agli armamenti, soprattutto di quelli di distruzione definitiva come le armi nucleari, abbia portato a risultati significativi. Tuttavia, nel contesto attuale di tensioni internazionali, il Presidente della Repubblica ha evidenziato che l’uso o anche la sola concreta minaccia di impiegare armamenti nucleari nei conflitti costituisce un crimine contro l’umanità. Questa affermazione rafforza la necessità di un impegno globale condiviso per evitare che il mondo ritorni a scenari di conflitto catastrofici, mettendo a rischio l’esistenza stessa dell’umanità.
L’integrazione europea: un progetto di pace e libertà da completare
Nel suo discorso, Mattarella ha ricordato che il processo di integrazione europea non è ancora concluso e affronta oggi nuove sfide, ma continua a rappresentare una delle più riuscite esperienze di pace e di democrazia tra i popoli del continente. “L’Unione Europea – ha detto il capo dello Stato – è nata e si è ampliata nella costante ricerca della pace, della libertà e del benessere, garantiti da Trattati liberamente stipulati dai popoli europei”.
Il presidente ha richiamato i settantacinque anni trascorsi dalla Dichiarazione Schuman, definita come un “lungimirante avvio dell’integrazione europea” che ha creato un inedito spazio di valori comuni. Questo spazio ha permesso la coesistenza pacifica, la collaborazione tra gli Stati membri e ha garantito ai cittadini europei diritti e libertà fondamentali, elementi decisivi per lo sviluppo e il progresso del continente.
L’appello di Mattarella è quindi volto a mantenere aperta e attiva la disponibilità dell’Unione Europea ad accogliere le ambizioni e gli sforzi dei popoli limitrofi, in particolare dell’Ucraina, che continua a vivere sotto la pressione di una guerra che dura ormai da quattro anni, con gravi conseguenze sulle popolazioni civili e le infrastrutture.
Pace, diritto internazionale e sfide globali: i moniti di Mattarella
Il presidente italiano ha sottolineato che per garantire un futuro di speranza all’umanità è necessario un “rinnovato sforzo collettivo” che salvaguardi la dignità degli uomini e degli Stati, nel rispetto del diritto internazionale e in una cornice di convivenza pacifica. “Con coraggio – ha affermato Mattarella – vanno difese le ragioni di un ordinamento internazionale equo e sostenibile”.
In questo contesto, il capo dello Stato ha condannato con fermezza la guerra in Ucraina e la decisione della Federazione Russa di perseguire, con la forza, “l’antistorica ricerca di zone di influenza, di conquista territoriale e di prepotenza delle armi”. Mattarella ha definito “paradossale” il principio di “muovere guerra per fare la pace” e ha denunciato come insensata la pace evocata da chi, attraverso il conflitto, pretende in realtà di imporre le proprie condizioni.
Al contempo, il presidente ha ricordato l’importanza della Carta delle Nazioni Unite come riferimento imprescindibile per la comunità internazionale, richiamando i valori condivisi di tutela della dignità umana, dei diritti fondamentali, della giustizia e della tolleranza. Questi principi, seppur con contraddizioni e difficoltà, hanno segnato un percorso di pace e cooperazione internazionale, oggi messo a dura prova.
Il sostegno italiano ed europeo all’Ucraina
Nel suo discorso, Mattarella ha evidenziato che l’Europa e l’Italia rimangono “saldamente al fianco dell’Ucraina e del suo popolo”, che sta vivendo il quarto Natale di guerra. Ha denunciato la moltiplicazione degli attacchi russi contro città, infrastrutture energetiche e civili, con un numero crescente di vittime tra la popolazione civile. Il sostegno europeo si traduce in un impegno per una pace “equa, giusta e duratura”, che rispetti il diritto internazionale, l’indipendenza, la sovranità, l’integrità territoriale e la sicurezza dell’Ucraina.
Questa posizione si inserisce in un contesto geopolitico complesso: da un lato, l’Ucraina continua a subire offensivi militari russi e a fronteggiare difficoltà sul terreno, come evidenziato dagli ultimi sviluppi nel Donetsk e nella regione di Pokrovsk; dall’altro, ha avviato una strategia di “colpire duro” le infrastrutture energetiche russe, come attestato dagli attacchi all’oleodotto Druzhba, fondamentale per il rifornimento di petrolio a diversi Paesi europei. Questo tipo di azioni riflette la volontà di indebolire le risorse finanziarie che sostengono l’operazione militare russa.
Parallelamente, Kiev sta lavorando per documentare e portare davanti alla Corte penale internazionale i crimini di guerra attribuiti all’esercito russo, con particolare attenzione a figure come Ilya Sorokin, noto come il “Dottor Male”, responsabile di torture nei confronti dei prigionieri ucraini.
Verso un futuro di cooperazione e rispetto
Il discorso di Mattarella si è infine soffermato sull’esigenza di riformare le priorità dell’agenda internazionale, oggi gravata da conflitti, migrazioni e misure protezionistiche che alimentano contrapposizioni. Tra gli obiettivi imprescindibili indicati vi sono la pace, lo sviluppo, l’eguaglianza, la sicurezza alimentare, la lotta alla povertà e al cambiamento climatico, nonché la collaborazione nel libero commercio.
Il presidente ha ribadito con forza che “gli interessi nazionali o particolari non possono prevalere rispetto alla tutela del valore universale della persona umana”, considerando questa la base su cui costruire politiche e iniziative in tutti i settori, dalla politica alla lotta al cambiamento climatico fino all’innovazione tecnologica.
In un momento di incertezza e crisi per l’ordine internazionale, la posizione di Mattarella richiama l’importanza di mantenere saldo l’impegno per un sistema multilaterale fondato sul rispetto delle regole, della legalità e della dignità umana, elementi indispensabili per garantire la convivenza pacifica e lo sviluppo condiviso tra i popoli.
La tragedia umanitaria in Sudan
Il presidente Mattarella ha poi sottolineato la gravità della crisi umanitaria in corso in Sudan, definendola la più grave crisi umanitaria al mondo. In un discorso che ha richiamato l’attenzione su diversi conflitti globali, Mattarella ha voluto evidenziare che, nonostante la complessità delle situazioni in Ucraina e Medio Oriente, non si possono trascurare altre emergenze, come appunto quella sudanese, dove milioni di persone sono in estrema difficoltà.
Il presidente Mattarella ha richiamato l’attenzione sulla necessità di un impegno globale, ricordando che i conflitti prolungati gettano “pericolosi semi di odio” che compromettono il futuro delle popolazioni coinvolte. Ha ribadito il ruolo fondamentale della diplomazia come “costruttrice di ponti di dialogo tra Stati, governi e popoli” per garantire “dignità, convivenza pacifica e rispetto del diritto internazionale”.






