Roma, 19 novembre 2025 – Le relazioni tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si sono caratterizzate per una correttezza istituzionale mantenuta nel tempo, ma senza mai sfociare in un reale rapporto di collaborazione oltre i confini formali. Sin dall’inizio del mandato di Mattarella, rieletto nel 2022, le premesse erano chiare: nel gennaio 2022, infatti, Fratelli d’Italia non aveva votato per il suo secondo mandato al Quirinale.

Tensioni e frizioni istituzionali tra Mattarella e Meloni
Nel corso dei quasi quattro anni di presidenza, sono stati numerosi i rilievi ufficiali che il Quirinale ha fatto arrivare a Palazzo Chigi. Tra questi, spicca la critica all’uso eccessivo della decretazione d’urgenza da parte del governo Meloni. Un episodio emblematico riguarda la festività di San Francesco, il cui decreto è stato firmato da Mattarella ma accompagnato da una lettera di richiamo al Parlamento per correggere alcune incongruenze, in particolare il diverso trattamento rispetto a Santa Caterina da Siena, che rimane festa nazionale.
Le frizioni hanno riguardato anche specifici provvedimenti legislativi. Nel 2025, ad esempio, il Quirinale ha espresso riserve sul decreto sport che avrebbe attribuito alla società Sport e Salute la gestione di eventi con contributi statali superiori ai 5 milioni di euro, come le ATP Finals di Torino. Critiche sono state mosse anche alla cosiddetta legge Morandi, ritenuta non conforme ai principi costituzionali per la discriminazione dei figli nati fuori dal matrimonio, e a norme inserite in modo frettoloso o con emendamenti dell’ultimo minuto, come quelle sui balneari e sulla carne sintetica.
Politica estera e ruolo del Capo dello Stato
In ambito internazionale il Presidente Mattarella è intervenuto più volte, spesso per gestire o mitigare le crisi diplomatiche, in particolare con la Francia sotto la presidenza Macron. È noto il suo impegno fermo nel mantenere l’ancoraggio dell’Italia all’Unione Europea e il sostegno incondizionato all’Ucraina, posizioni che non trovano unanime consenso all’interno della maggioranza di governo.
Il rapporto tra Colle e Chigi, dunque, pur mantenendo una forma di rispetto istituzionale, è stato segnato da un continuo confronto e da una moral suasion preventiva, strumento istituzionale utilizzato per sollevare dubbi e sollecitare modifiche a provvedimenti giudicati discutibili sotto il profilo costituzionale e tecnico.






