La presentazione della manovra economica 2026 ha scatenato un acceso dibattito politico, con le opposizioni in forte critica nei confronti del governo guidato da Giorgia Meloni. A poche ore dall’annuncio ufficiale, infatti, emergono contrasti interni alla maggioranza e dure accuse da parte dei partiti di opposizione, che denunciano una legge di bilancio “in stato confusionale” e incapace di rispondere alle esigenze reali del Paese.
Manovra: le ciritiche delle opposizioni al governo
Subito dopo la presentazione della manovra, i due vicepresidenti del Consiglio e leader di Lega e Forza Italia, Matteo Salvini e Antonio Tajani, si sono scontrati duramente. Tajani ha difeso le misure a tutela di banche e assicurazioni, nonostante queste abbiano registrato profitti e extra profitti ingenti, mentre Salvini ha attaccato le norme sugli affitti brevi, considerate penalizzanti per speculatori e grandi proprietari immobiliari. La tensione si è estesa anche agli uffici del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), ritenuti responsabili di aver elaborato e consegnato al Parlamento misure contestate da diverse forze politiche della coalizione.
Inoltre, molti ministri della maggioranza hanno espresso malcontento per i tagli previsti ai loro dicasteri. Peppe De Cristofaro, capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra e presidente del gruppo Misto al Senato, ha definito la manovra un “disastro”, evidenziando come essa sia composta da tagli, condoni fiscali per gli evasori e qualche beneficio marginale per lavoratori e pensionati. De Cristofaro ha sottolineato l’assenza di strategie concrete per affrontare questioni cruciali come i salari, il lavoro, la crisi industriale e le prospettive di crescita. Per domani è prevista una manifestazione con la CGIL per chiedere un diverso orientamento delle risorse pubbliche, soprattutto in sanità, istruzione, lotta alla povertà e politiche abitative.
La questione abitativa: famiglie in affitto dimenticate
Al centro del dibattito anche il tema casa, con critiche precise alle misure contenute nella manovra riguardanti l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee). L’aggiornamento previsto riguarda solo il valore degli immobili di proprietà, mentre non viene toccata la deduzione delle spese per l’affitto, rompendo l’equilibrio raggiunto con la riforma Isee del 2013 tra famiglie proprietarie e affittuarie.
Maria Cecilia Guerra, esponente del PD, ha evidenziato come ciò dimostri la scarsa attenzione del governo Meloni verso la crisi abitativa delle famiglie più fragili. Secondo i dati Istat, infatti, la povertà assoluta colpisce il 22,1% delle famiglie in affitto rispetto al 4,7% di quelle proprietarie. A ciò si aggiunge la totale assenza di fondi per il fondo affitti e per il fondo morosità incolpevole. Il quadro si aggrava con gli sfratti forzati di famiglie con minori, anche con disabilità, come accaduto recentemente a Bologna e denunciato da più parti come un fatto inaccettabile.
Tagli alla mobilità sostenibile e investimenti carenti
La CGIL nazionale ha duramente criticato la legge di bilancio per i consistenti tagli alla mobilità sostenibile. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, secondo il sindacato, prevede una riduzione di oltre 500 milioni di euro in tre anni per interventi fondamentali destinati a migliorare la mobilità urbana e ambientale. Questo avviene in un momento critico, con cantieri in ritardo e costi in crescita, proprio mentre si attendevano risposte concrete per lo sviluppo infrastrutturale.
Paradossalmente, mentre si comprimono questi investimenti essenziali, il governo continua a puntare sul progetto faraonico del Ponte sullo Stretto, la cui realizzazione costerebbe circa 13,5 miliardi di euro, quasi quanto l’intera manovra economica. La CGIL sottolinea come tali risorse potrebbero invece essere destinate a sostenere i progetti già avviati, il lavoro, la qualità della vita e la sostenibilità urbana, in vista della scadenza del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) nel 2026.
Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, ha definito la manovra “una legge di austerità, con troppe spese militari e pochi investimenti per sanità e istruzione”. Fratoianni ha inoltre denunciato i tagli ai Comuni e al Mezzogiorno, sottolineando l’assenza di risposte all’emergenza sociale derivante da stipendi bloccati e costi della vita in crescita. Per il rappresentante di Avs serve una legge che adegui automaticamente gli stipendi all’inflazione reale e investimenti mirati per il sistema sanitario e per il trasporto pubblico locale.






