La manovra economica 2026 varata dal Governo prevede un aumento delle risorse destinate alla sanità pubblica, ma secondo il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, non basta per invertire la tendenza negativa che grava sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN). L’intervento, che ora passa all’esame del Senato, è stato commentato con preoccupazione e realismo.
Manovra: l’allarme dei medici
Filippo Anelli ha riconosciuto l’impegno del ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel destinare 2,4 miliardi di euro aggiuntivi alla sanità, ma ha sottolineato che tali fondi, pur rappresentando un segnale importante, sono troppo modesti rispetto alla dimensione complessiva della manovra da 18 miliardi. Il rischio evidenziato è che le Regioni, che gestiscono in modo autonomo il sistema sanitario, utilizzino queste risorse solo per coprire i propri buchi di bilancio, senza investire realmente nel miglioramento del servizio.
Sul fronte del personale, la previsione di un incremento di appena mille medici appare troppo limitata per affrontare le criticità più urgenti, come la carenza di professionisti, che si traduce in condizioni di lavoro difficili, retribuzioni inferiori alla media europea, e un aumento dei rischi di burnout e aggressioni.
Proposte per snellire la burocrazia e migliorare il sistema
Anelli ha evidenziato la necessità di misure più incisive per migliorare l’efficienza del SSN, come la semplificazione burocratica e un aumento dell’autonomia dei medici. Tra le azioni pratiche suggerite vi è l’abolizione dei piani terapeutici, un intervento che potrebbe liberare fino a cinque milioni di visite specialistiche, rendendole più rapidamente disponibili ai cittadini.
Il presidente Fnomceo ha inoltre chiesto che, nel passaggio parlamentare, le risorse aggiuntive vengano vincolate esplicitamente al rafforzamento del personale sanitario. Solo investendo sui professionisti, ha concluso, sarà possibile ridurre le disuguaglianze di accesso alle cure, abbattere le liste d’attesa e garantire una migliore qualità dell’assistenza.






