In una giornata ricca di tensioni politiche e confronti sull’Europa e la politica economica italiana, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rilasciato dichiarazioni significative riguardo a temi centrali come la manovra finanziaria, gli affitti brevi e il meccanismo decisionale dell’Unione Europea.
Tajani: il dibattito sul diritto di veto nell’Unione Europea
Interpellato dai cronisti a Bruxelles, Tajani ha affrontato la questione del diritto di voto e dell’unanimità nei Consigli Ue, tema che sta creando frizioni all’interno della maggioranza. Ha sottolineato che “non ne abbiamo mai parlato in maggioranza, ne parleremo”, pur manifestando una posizione favorevole a “fare qualche passo in avanti” per ridurre il diritto di veto, in contrasto con quanto espresso dalla premier Giorgia Meloni, che si è detta contraria a questa riduzione. Tajani ha ribadito la vocazione europeista del suo partito, ricordando il progetto di De Gasperi e Berlusconi.
Questo confronto interno riflette le difficoltà del governo nel trovare un equilibrio sulle riforme europee, con la premier Meloni che mantiene una linea più conservatrice sul tema del voto all’interno dell’Ue.
Manovra e affitti brevi: la politica decide
Sul fronte economico, Tajani ha chiarito che la gestione della manovra è prerogativa della politica e non dei funzionari del Ministero dell’Economia: “Mi pare che a volte ci sia qualche grand commis al ministero delle Finanze che ha voglia di punire, reintegrare le tasse, ma decide la politica, non i grand commis”, ha affermato a Bruxelles.
In merito agli affitti brevi, tema molto dibattuto negli ultimi mesi, il vicepremier ha ribadito la posizione contraria del governo a qualsiasi nuova tassa su questa tipologia di locazioni. “Abbiamo detto che siamo contrari a qualsiasi tassa e adesso in Parlamento faremo di tutto per tornare allo stato attuale, ovvero nessuna tassa per chi affitta senza intermediario o con le piattaforme”, ha annunciato Tajani, precisando che saranno presentati emendamenti a partire dal Senato per eliminare la tassa prevista nella manovra. La stessa strategia sarà adottata per quanto riguarda la tassazione dei dividendi.
Queste dichiarazioni evidenziano un governo impegnato a contenere il carico fiscale su settori sensibili e a mantenere il controllo politico sulle scelte economiche, nonostante le pressioni interne e le sfide europee.






